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lunedì 17 settembre 2012

La verità nascosta dietro la chiusura di Megavideo e Megaupload



Mentre iniziano a circolare voci relative ad una possibile cancellazione di tutti i dati presenti sui server di Megavideo e Megaupload, si indaga sui motici che hanno portato al sequetro dei domini e dei dati presenti sul network Megaworld di Kim “Dotcom”, intervento che ha visto addirittura l’intervento dell’FBI. La ragione diffusa ed autoevidente, infatti, è il fatto che i due popolari siti di file e video sharing venissero utilizzati per la condivisione di materiale protetto da copyright e, pertanto causando milioni di dollari di perdite in tutti il mondo per le major cinematografiche, discografiche e produttrici di software.
La domanda che sorge spontanea, a questo punto però è: come mai, invece, altri popolarissimi siti di file sharing, come Rapidshare (addirittura più frequentato di Megaupload), come Mediafire etc. siano ancora vegeti e funzionanti? Esiste forse una ragione seconda, celata dietro all’arresto di Kim “Dotcom”?

Effettivamente, per quanto la notizia sia stata evidentemente pompata per indurre anche gli altri siti di sharing all’auto-chiusura (dicendo, ad esempio, che il proprietario del network rischia ora 50 anni di carcere), esiste un retroscena celato, che potrebbe essere la vera ragione per la quale si è scelto di sequestrare proprio Megaupload e Megavideo, estromettendo Kim “Dotcom” dal business.
Megaworld, infatti, era il network di sharing più innovativo e stava per introdurre sul mercato un’enorme novità: due nuovi siti dal nome “Megabox” e “Megakey“, che avrebbero permesso agli artisti e produttori, cioè i VERI proprietari di copyright (perchè le produzioni loro dovrebbero appartenere, non alle major che che li pubblicizzano in cambio di gran parte dei compensi) di guadagnare, ed anche molto, da ogni download. Ed ecco, quindi, che il file sharing sarebbe divenuto LEGALE: gli artisti e produttori, avrebbero caricato volontariamente i file sul sito per permettere agli utenti di scaricare gratis i loro film, canzoni, software, ottenendo comunque un lautissimo compenso (pagato da Megabox e Megakey, cioè da Megaworld), ottenuto tramite gli introiti pubblicitari e gli abbonamenti premium.
La schermata beta di Megabox
In pratica, Megaworld sarebbe andato a fare concorrenza (aggiungeremmo noi, eliminando) alle major, creando un sistema più che mai meritocratico: artisti e produttori col maggior numero di download avrebbero ottenuto compensi maggiori.
Tutto ciò, evidentemente, avrebbe tagliato fuori dal mercato le etichette discografiche, le major cinematografiche, iTunes… coloro, cioè, che guadagnano pubblicizzando e rivendendo il prodotto che gli artisti gli affidano, manovrando così il mercato ed i desideri del pubblico.
Capito chi ha voluto fortemente la chiusura di questi siti? Peccato, a perderci, alla fine, sono tantissimi artisti emergenti ed i tanti artisti già famosissimi, come Lil Wayne, Chris Brown, Kim Kardashian, Kanye West, che sostenevano il progetto di Kim Dotcom, desiderosi di nuovi sistemi più moderni dell’obsoleto copyright.

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