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mercoledì 30 gennaio 2013

Samsung Galaxy S3 batte iPhone 5: è il più raccomandato nei negozi

Samsung Galaxy S3

l Samsung Galaxy S3 vince una battaglia sull’iPhone 5: il device dell’azienda sudcoreana è il più raccomandato nei negozi, almeno quelli britannici. La notizia è stata riportata da Cnet UK che sottolinea come, in questo momento, la guerra tra i due dispositivi sia più che mai accesa.
Una ricerca di Informa Telecoms and Media ha evidenziato come l’iPhone 5 sia consigliato solo presso due delle otto principali catene di rivenditori del Regno Unito prese in esame. I restanti megastore di elettronica, al contrario. tendono a spingere il Samsung Galaxy S3 o il Samsung Galaxy Note 2.

La notizia è abbastanza curiosa, soprattutto se pensiamo al fatto che l’iPhone 5 è più recente del Samsung Galaxy S3 ed è stato accompagnato da una campagna pubblicitaria molto spinta. Per quanto il mercato preso in esame dalla ricerca è limitato al solo Regno Unito, il risultato è in linea con quanto Samsung, nell’ultimo trimestre del 2012, ha ottenuto, con un incremento del 76% dei suoi profitti rispetto allo stesso periodo del 2011.
Sarebbe interessante conoscere quale sia la situazione italiana, capire se, nel nostro paese il melafonino viene preferito al Samsung Galaxy S3 o, al contrario,  anche per noi, vale lo stesso scenario descritto oltre Manica.
Si potrebbe, tuttavia, partire con l’esperienza dei nostri lettori: recandovi nei grandi negozi di elettronica, quale device viene raccomandato dagli addetti alle vendite o maggiormente pubblicizzato sui volantini? Un iPhone 5 o un Samsung Galaxy S3?

iOS 6.1 migliora la durata della batteria dell’iPhone? (Sondaggio)

iOS 6.1 6.0.1 Update1 150x150 iOS 6.1 migliora la durata della batteria delliPhone? (Sondaggio)

Lunedì sera, dopo lunga attesa, Apple ha rilasciato pubblicamenteiOS 6.1 per iPhone, iPad e iPod touch. Nelle note di release della più recente versione del sistema operativo non c’è alcun riferimento esplicito al miglioramento delle prestazioni della batteria,generalmente ritenute insoddisfacenti da molti utenti di iOS 6.0.2.Tuttavia l’impressione globale, a giudicare da quanto si legge soprattutto sui social, è quella di un aumento della durata di una carica, sia su iPhone 5 sia su dispositivi meno recenti. Non mancano però casi di utenti che lamentano l’effetto diametralmente opposto con performance peggiorate dopo l’update.
Quali sono le vostre impressioni dopo una giornata piena di utilizzo iOS 6.1?


Un rapido check in redazione, realizzato poco prima della stesura di questo articolo, ha fornito questo risultato:
  • iPhone 4 (Wind) – durata della batteria sensibilmente migliorata
  • iPhone 5 (Tre) – durata della batteria migliorata
  • iPhone 5 (Wind) – nessun cambiamento sensibile
  • iPhone 4 (Tim) – sensibile peggioramento
Rispondete al nostro sondaggio e se volete diteci la vostra in maniera più approfondita nei commenti. Siamo curiosi di allargare un po’ il campione per cercare di capire se effettivamente per la durata della batteria degli iPhone questo iOS 6.1 può essere considerato un passo avanti o un passo indietro.

Lasciate commenti e fateci sapere!!

YouTube verso la monetizzazione

YouTube verso la monetizzazione
Si comincerà con pochi canali, poco più di una ventina. Si comincerà con importi molto contenuti. Così YouTube spera di risucchiare TV via cavo e nuovi contenuti.


Roma – Secondo “fonti a conoscenza della materia” del Wall Street Journal, YouTube avrebbe in corso degli accordi con alcuni fornitori di contenuti la cui produzione verrebbe messa a disposizione degli utenti previo pagamento di un abbonamento mensile.
Secondo le stesse fonti, la dirigenza di YouTube starebbe anche riponendo speranze in alcune emittenti TV via cavo, le cui precarie condizioni economiche  dovrebbero invogliare a “migrare” sul portale video di Google, a condizioni meno gravose.
Tra le prime aziende a riferire sul potenziale piano di generazione profitti di di YouTube c’è Ad Age. “YouTube ha contattato un piccolo gruppo di produttori TV e ha chiesto loro di presentargli delle applicazioni in grado di creare canali per il cui accesso gli utenti dovranno pagare”, ha dichiarato Jason Del Rey di Ad Age.
Secondo quanto rivela l’azienda di advertising, i primi canali costeranno tra uno e cinque dollari al mese e sottolinea che YouTube starebbe considerando di consentire ai produttori di chiedere oboli anche per accedere a librerie di eventi ed eventi live. Il Journal, dal canto suo, lancia il sasso e suggerisce che un obolo potrebbe essere chiesto anche per eventuali trasmissioni in differita.
Secondo il quotidiano, comunque, l’applicazione di questo modello non sempre ha funzionato bene come sperato. Analizza il caso specifico di Revision3, azienda che possiede un canale chiamato Diggnation e dedicato a tecnica e cultura. Nel 2008, racconta il Journal, Diggnation ha permesso agli utenti di accedere a pagamento in anteprima a video che sarebbero stati pubblicati qualche giorno dopo.
Ma ha cessato presto: in breve, l’azienda si è resa conto che era un modello poco accattivante rispetto al concentrarsi sulla pubblicità da inserire nei video. Sarebbe, secondo il Journal, anche stata sospinta dal constatare che spesso alcuni utenti più smaliziati postavano i video di Diggnation su altri siti.
Tornando a YouTube, il megaportale video già offre alcuni contenuti a noleggio e un nuovo scenario come quello prefigurato dal quotidiano finanziario aprirebbe nuovi spazi. Ovviamente resteranno gratuiti tutti gli User Generated Content (UGC, i contenuti generati dagli utenti).
Secondo quanto ha anticipato Ad Age, inizialmente ci sarà un piccolo gruppo di “canali”, probabilmente intorno a 25. La suddivisione dei profitti pare orientata al rapporto 45/55 per cento, come già avviene per la pubblicità su YouTube. Anche i partner, a quanto sembra, potrebbero inserire delle pubblicità nei loro canali a pagamento ma non è ancora chiaro in quale forma. Tra l’altro, su canali che si pagano, c’è da fare attenzione a non urtare la suscettibilità degli spettatori: potrebbe trasformarsi in un’arma a doppio taglio.

Il decalogo di Adiconsum contro i falsi annunci di lavoro

Una dozzina di frodi ai danni dei giovani disoccupati che cercano lavoro. Adiconsum presenta un decalogo per riconoscerle ed evitarle
Il decalogo di Adiconsum contro i falsi annunci di lavoro @ shutterstock

Un giovane su tre è disoccupato. Ed aumenta anche la percentuale dei demoralizzati, che hanno perfino smesso di cercare lavoro. L’elevata disoccupazione giovanile crea un terreno fertile anche per il cyber-crime e per coloro che lucrano a danno dei giovani e del loro diritto a trovare un lavoro. Da una ricerca condotta da Adiconsum e Movimento difesa del cittadino, nell’ambito del progetto “Lavoro sicuro“, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono emerse ben 12 tipologie di frodi e pratiche commerciali scorrette ai danni dei giovani in cerca di lavoro o di offerte formative/aggiornamenti professionali.
Le 12 tipologie di frodi comprendono: il lavoro a domicilio, le vendite porta a porta, i servizi telefonici a pagamento, le iscrizioni alle banche dati, i corsi di formazione, le borse di studio, la realizzazione di book fotografici, le associazioni in partecipazionei falsi periodi di prova, iltrasferimento di denaro, le catene di S. Antonio e il marketing piramidale, i documenti da firmare.
Comuni denominatori di queste truffe sono le false promesse in cambio di un esborso di denaro o corsi di formazione di scarsa qualità pubblicizzati come gratuiti salvo poi la richiesta del versamento di somme per il proseguimento delle lezioni. Per sventare questa ondata di frodi, Adiconsum e Movimento difesa del cittadino hanno stilato un Decalogo per i giovani in cerca di un’occupazione su come riconoscere ed evitare di cade nella trappola dei falsi annunci di lavoro.
“Le frodi perpetrate ai danni dei giovani in cerca di lavoro presentano risvolti psicologici e sociali particolarmente gravi – denunciano Pietro Giordano, Segretario generale Adiconsum e Antonio Longo, presidente di Movimento Difesa del cittadino – A livello personale, esse producono nelle vittime un abbassamento della propria autostima, a livello sociale, minano la fiducia e le aspirazioni dei giovani che vedano nel lavoro non solo uno strumento di realizzazione personale, ma anche di contributo dato alla società civile e al Paese tutto”. “Essa verrà sottoposta alla riflessione dei decision makers, degli operatori economici del settore e delle istituzioni competenti. Se tutti offrissero anche soltanto un supporto alla visibilità di questo tema, si potrebbe abbattere il numero delle giovani vittime che ogni anno incappano in truffatori privi di scrupoli“.
Ecco il decalogo di Adiconsum. Innanzitutto, i ragazzi devono tenere presente che le aziende affidabili non nascondono nulla: descrivono subito il lavoro offerto, i requisiti richiesti e il compenso. Fanno leggere e firmare un contratto prima di iniziare qualsiasi sorta di attività. Inoltre, una società seria che vi offre un’occupazione (in ufficio o da casa), vorrà certamente vedere prima il vostro curriculum vitae e le vostre referenze. Quando un’offerta sembra troppo bella per essere vera, probabilmente è falsa.
I giovani devono diffidare delle aziende che non indicano la propria ragione sociale e partita Iva. Meglio svolgere ricerche online: per esempio nel Registro Imprese della Camera di Commercio o sul sito dell’Agenzia dell’Entrate – per verificare l’affidabilità dell’azienda proponente. Conviene non fidarsi delle aziende che chiedono contributi economici per poter avviare il rapporto di lavoro. Chi cerca lavoro, non deve comprare kit o materiali di qualsiasi tipo necessari per l’avvio di un’attività a domicilio. Chi chiede di fornire dati personali, indirizzi e-mail e recapiti telefonici con la promessa di ricontattarvi, non è un’azienda ma è un tramite di catene di Sant’Antonio. È meglio riflettere e verificare la validità e l’autenticità dell’offerta. Diffidate di chi ha fretta di farvi concludere.
Infine: non iscrivetevi a corsi o training di avviamento al lavoro a vostre spese. Di solito l’azienda che assume si fa carico delle spese per la formazione dei dipendenti. Nei rari casi in cui il corso viene addebitato al lavoratore, non bisogna mai anticipare corrispettivom, che se mai sarà detratto dal primo stipendio.

L’iPad da 128GB esiste davvero: Apple l’ha appena lanciato

iPad 128GB


Come previsto, Apple ha rilasciato un iPad da 128GB. Peccato che abbia un costo davvero un po’ elevato.
Il nuovo iPad ha lo stesso retina display del suo fratello già in commercio, lo stesso design, le stesse due versioni (bianca e nera) e le stesse componenti interne con una sola eccezione: un sacco di storage in più.
Molto di più di quanto chiunque abbia mai sentito la necessità su un tablet. Il costo è di 800 dollari per la verione solo wi-fi e di 930 per quella che include anche la connessione 4G.
Dopo averci convinti (tutti?) a buttare file, musica, film e tutto il resto sul cloud proprio perché i dispositivi con molto storage risultano costosi, adesso arrivano i tablet con una gran quantità di memoria ad un prezzo decisamente elevato.
Forse il target a cui si rivolge Apple con questo tablet è fatto da super professionisti che devono poter lavorare su file molto grossi, ad esempio disegni di AutoCAD da architetti e che se comprano una cosa del genere la mettono sul conto dell’azienda, come la cena di rappresentanza con il vino da 150 euro.
Il nuovo iPad da 128GB sarà in commercio a partire dal prossimo martedì, ma a quanto pare, per ora, solo negli States.

venerdì 25 gennaio 2013

Saluti


Buongiorno lettori ;)
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giovedì 24 gennaio 2013

FISCO: Imu rimborsabile con modello imu rt/2012


"L'Imposta Municipale Propria IMU è illegittima e va rimborsata in quanto viola i dettami costituzionali nonché le direttive comunitarie". Fino al 28 febbraio 2013, tutti i contribuenti italiani potranno inoltrare la domanda a Lo Sportello del Contribuente via email a rimborsoimu@contribuenti.it per ottenere il modello IMU RT/2012, pubblicato sul sito www.contribuenti.it, e l'assistenza per richiedere il rimborso dell'Imu pagata sugli immobili. Il nuovo modello IMU RT 2012, utilizzabile da domani per chiedere il rimborso dell'IMU pagata sugli immobile, è stato aggiornato con le novità introdotte dalla circolare n. 12/E del 9 gennaio 2013. Sono stati inseriti i nuovi quadri DE, PF per le persone fisiche, SP per le società di persone, ENC per gli enti non commerciali, RI, RV e AC. Per tutti è stato previsto il campo IO, dove inserire l'importo annuale dell' IMU pagata, da richiedere a rimborso. Le richieste pervenute saranno valutare in ordine cronologico, per ciascuna categoria di Contribuenti, con precedenza assoluta per coloro che sono in regola con il pagamento delle imposte e delle quote associative. Nel caso in cui i Contribuenti italiani dovessero incontrare difficoltà nella compilazione del modulo, potranno avvalersi dell' assistenza del Team IMU presente presso le Direzioni Regionali di Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani entro e non oltre il 30 gennaio 2013. Lo Sportello del Contribuente stima che l'Amministrazione Finanziaria dovrà rimborsare mediamente 760 euro a testa alle persone fisiche e 2.700 euro alle società ed enti non commerciali per un totale di oltre 18 MLD di euro. Per il Presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, il rimborso dovrà erogato, entro 90 giorni dal ricevimento della istanza di rimborso. In caso di silenzio diniego, verranno adite le vie giudiziali, con ulteriore aggravio di spese per la pubblica amministrazione.

mercoledì 23 gennaio 2013

A Napoli lo scettro per la metropolitana più bella d’Europa

Gli inglesi ci hanno scelto: in Italia abbiamo la stazione della metro più impressive d’Europa. Al capoluogo campano spetta il primo posto…finalmente un felice primato per la città.

A Napoli lo scettro per la metropolitana più bella d’Europa


Si sa che la Tube di Londra con le sue oltre 10 linee, è una delle metropolitane più funzionali nonché cool dell’intero pianeta. Eppure proprio un celebre giornale inglese, il Daily Telegraph, non ha eletto la Tube londinese come la metro più bella d’Europa. Il giornale ha proposto ai suoi lettori un servizio con tanto di foto intitolato “The most impressive underground railway stations in Europe”, eleggendo come reginetta di bellezza la fermata Toledo di Napoli, incoronata appunto come la più d’effetto in Europa per via dei mosaici e dei suoi giochi di colori e luci. La classifica stilata vede comparire 22 partecipanti e Napoli è di nuovo presente al 16° posto con la fermata di Materdei. La medaglia d’argento va alla fermata Komsomolskaya di Moscaquella di bronzo alla stazione Solna di Stoccolma. Al quarto posto si piazza finalmente la fermata Westminster di Londra, mentre al quinto la stazione Arts et Métiers  di Parigi.


I lavori per portare a compimento il progetto, opera di un architetto catalano, sono durati anni (ormai si è perso il conto di quanti!) e la nuova stazione è entrata in funzione solo lo scorso settembre. Le lungaggini sono state giustificate con una serie di problematiche vere o presunte tra cui il ritrovamento di scavi archeologici risalenti addirittura al Neolitico. Senza addentrarci in affari che non ci riguardano poi tanto, io che considero Napoli un po’ la mia seconda casa, sono ben felice che finalmente la città sia balzata agli onori della cronaca internazionale per una ragione positiva. Perché se per molta gente che non la conosce e/o non c’è mai stato, Napoli è sinonimo di spazzatura, camorra, criminalità, assenza di regole, Napoli in realtà è anche molto altroè la città della pizza, del babà e della sfogliatella ovviamente, del lungomare e di paesaggi mozzafiato, degli stretti vicoli con miriade di panni colorati stesi ad asciugare e gente  che canta ad ogni ora, dei bambini che giocano a calcio sognando ancora Maradona. Napoli è storia, arte e bellezza disseminati ad ogni angolo della città.
Vi voglio lasciare con una battuta di Siani che racconta di un vecchietto napoletano che, non spiegandosi il perché ci volesse così tanto tempo a terminare i lavori della metropolitana, avvicinandosi ai manovali all’opera, chiede: “Scusate, ma voi questa metropolitana la state facendo, o la state cercando?”.


Mangiare cioccolato tutti i giorni aiuta a dimagrire!

I sogni son desideri di felicità, così come la notizia che il cioccolato se mangiato quotidianamente aiuta a perdere peso! Sembra un controsenso ma in realtà degli studi scientifici lo confermano! Finalmente una buona notizia!

Mangiare cioccolato tutti i giorni aiuta a dimagrire!


Gioite !!! Mangiare cioccolata non solo fa bene ma se consumata quotidianamente aiuta anche a dimagrire!
Uno studio dell’University of California, pubblicato sull‘ Archives of Internal Medicine, ha scoperto che mangiare cioccolato quotidianamente non solo combatte l’ipertensione arteriosa grazie agli antiossidanti che inibiscono l’effetto negativo dei radicali liberima aiuta anche a perdere peso: le persone che lo consumano tutti i giorni sono infatti generalmente più magre di chi se lo proibisce. Nonostante sia molto calorico, il cioccolato contiene dei grassi che favoriscono la perdita di peso. Un controsenso che però viene accolto come una buona notizia, un’ottima notizia soprattutto per le golose che vogliono stare attente alla linea.

In modo particolare il cioccolato fondente aiuta l’organismo a combattere il colesterolo ed abbassare la pressione. Grazie a queste proprietà il nostro corpo riuscirebbe a sfruttare i nutrienti presenti mantenendosi quindi più snello. Oltre a ciò viene contrastato l’invecchiamento della pelle. Insomma. Un elisir dolcissimo (e buonissimo)! Gli esperti raccomandano quindi di consumare cioccolato per due volte alla settimana. I flavonidi sono i “responsabili” di questa magia, migliorando il tono muscolare di chi consuma cioccolata all’interno di una dieta equilibrata. Il fondente presenta una maggiore percentuale di cacao e quindi più antiossidanti e inoltre non contiene nessun derivato animale. 
Non sono però forniti i dati sulla quantità precisa da assumere… ma va bene così. Giusto un quadratino, per soddisfare mente, corpo, anima e salvare anche la linea!



Gelosia: come sopravvivere.

Un manuale per salvare se stesse, il proprio fegato e la vostra storia che vi aiuti a sconfiggere, almeno momentaneamente, quel mostro sanguisuga che risponde al nome di gelosia.

Gelosia: come sopravvivere. Manuale per giovani donne pazze.



Alzi la mano chi può sinceramente dichiarasi NON gelosa. Voglio un certificato medico che lo provi perchè è scientificamente impossibile. Noi esseri umani dal cromosoma XX se siamo innamorate siamo anche maledettamente gelose. Dicono che la gelosia non è stata ben inquadrata nemmeno in psicologia: è considerata un’emozione, uno stato d’animo ma anche un sentimento e si accompagna da modificazioni psico-fisiologiche e pure estetiche a mio avviso. Diventiamo più brutte quando la vena si chiude e non riusciamo a vedere altro se non un fuoco rosso che brucia, trasformando la persona più mite e timida in un unno assatanato. Purtroppo è un qualcosa di talmente forte che occupa gran parte del proprio vissuto emotivo e cognitivo.
Come sopravvivere all’ira funesta?!? Ecco qualche consiglio pratico:
  • Gelosia verso l’ex: il fantasma di questa rivale spesso è più potente di qualsiasi donna in carne ed ossa che ci circonda (e lo circonda). è tutta una questione di insicurezza e soprattutto di competizione femminile che abbiamo nel dna. Se potessimo far sparire l’ex dalla faccia della terra, sarebbe un gran sollievo, peccato che se ci fermiamo a ragionare un attimo, anche noi siamo delle ex per qualcun’altra. Se è ex un motivo ci sarà, soprattutto se è lui ad averla lasciata. Il fatto che sia totalmente diversa da noi è un punto a favore: non ci ha scelte per uno standard prefissato nel suo cervello, ma per come siamo. E noi vinciamo su di lei senza troppi sforzi, basta chiederlo alle amiche. Confermeranno in ogni caso.
    La soluzione: ignorare. Pensare ai nostri ex e al fatto che mai nella vita torneremmo con loro, quindi perchè non credere che sia così anche per lui? Trasformiamoci in ghostbusters del nuovo millennio e sbarazziamoci di questo inutile fantasma, che come tutti i corpi extra-terreni non esiste.
  • Gelosia verso i suoi amici: quando il fattore G. è alto, purtroppo capita di essere delle iene anche nei confronti dei suoi amici. Passano molto tempo insieme? Hanno i loro segreti? A parte che un uomo è sempre molto più terra a terra di noi donne e probabilmente quando si ritrovano parlano di calcio, musica, serate e altre cose di cui a noi non può fregar di meno. Se lui dovesse toglierci la possibilità di stare con le nostre amiche come reagiremmo? Io non vivrei, lo ammetto.
    La soluzione: Alleati con loro. Cerca di essere sempre disponibile, simpatica e sorridi anche quando il simpaticone della compagnia crede di essere sul set dei “Soliti Idioti” e fa battute maschiliste talmente pessime che una palla di fieno inizia a rincorrere nuvole nel nostro cervello. Lasciagli i suoi spazi, sono essenziali per fare in modo che sfoghi tutta la sua stupidità maschile per qualche ora e tornare ad essere maturo e sensibile con noi.

  • Gelosia verso tutte le donne: donne contro donne. Da sole potremmo creare la terza guerra mondiale. Abbiamo un qualcosa nel cervello che ci butta a terra (in particolare in quei giorni) e fa in modo che qualsiasi essere vivente sia migliore di noi, soprattutto esteticamente. “quella è più alta” “quella ha più seno” “quella ha i capelli come in un film della Walt Disney”. E il nostro fegato si corrode in meno di un quarto d’ora.
    La soluzione: sembra banale ma primissima cosa, mai far notare a lui le super caratteristiche di un’altra. Cerca sempre di non lasciarti andare e continua a curarti come il primo giorno, fa bene anche all’autostima. E se proprio ti senti a terra e credi di essere un mostro, vai tranquilla con il metodo migliore di sempre: comprati un paio di scarpe. Fallo davvero, ma non tormentare lui che nella sua tenera banalità magari poi inizia davvero a far caso ai tuoi difetti.
  • Gelosia investigativa: questa è la forma di gelosia più autodistruttiva che l’essere umano conosca: il vostro cervello inizia a inventare sceneggiature che potrebbero essere dei veri e propri kolossal senza senso. La ricerca di indizi non si ferma davanti a nulla: cellulare, e-mail, tasche, portafogli, una telefonata al vostro amico hacker per rubare la password … Ma perchè? I casi sono due o l’insicurezza è patologica, nel senso che va proprio curata, oppure la storia è al capolinea e si cerca di uscirne, in modo vigliacco, incolpando l’altro.
    La soluzione: fatevi un bell’esame di coscienza. Voi non avreste problemi se lui cercasse ovunque perchè non avete nulla da nascondere, chiaro. Ma non tutte le persone hanno lo stesso carattere e a qualcuno potrebbe dar fastidio una violazione della privacy così massiccia e mandarvi quindi a quel paese. Avrebbe anche ragione. Se il vostro sesto senso ha dei dubbi, passate all’azione semplicemente mettendolo con le spalle al muro. Poveri uomini, noi sempre a criticarli, ma fidatevi, non sono così furbi. Se messi in un angolo con la coscienza sporca crolleranno immediatamente. è più chic e vi fa sembrare sicuramente meno pazze.
Ovviamente nero su bianco tutto questo pare fantastico, peccato che metterlo in pratica sia impossibile. Loro non lo capiscono, noi invece pazze psicotiche lo sappiamo bene.

Mara Venier confessione shock: “un mio ex voleva uccidermi!”

Mara Venier si sfoga su "Chi" e ammette di essere stata vittima di violenza da parte di un uomo, che non è mai riuscita a denunciare.

Mara Venier confessione shock: “un mio ex voleva uccidermi!”


Mara Venier si confessa tra le pagine di Chi, raccontando uno dei capitoli più dolorosi della sua vita. Pare infatti che da ragazza un suo ex la picchiò e tentò di ucciderla, solo perchè lei l’aveva lasciato. Ha avuto paura e riconosce se stessa nella storia di tante altre donne. 

Fortunatamente dopo quella storia, la Venier ha avuto al suo fianco solo partner straordinari, degni di essere chiamati uomini. Era solo una ragazzina all’epoca, poco più che ventenne. Non l’ha mai denunciato, forse per paura: era convinta che una volta libero, sarebbe tornato da lei per ammazzarla. Non esistevano ancora leggi sullo stalking. Un giorno fu sorpreso sul pianerottolo di casa sua ma anche con un’evidente motivazione, all’epoca Mara lo scagionò. “Quando hai subito delle violenze ti scatta anche quello nella testa.”
E lancia l’appello. “Non fate il mio stesso errore, non abbiate paura e denunciate questi mostri! Ora delle leggi vere che tutelano le donne esistono!”

venerdì 18 gennaio 2013

L’aceto di mele fa dimagrire, attiva il metabolismo e brucia i grassi


Tra gli alimenti consigliati, considerati veri e prorpri attivatori del metabolismo ci sono i cibi piccanti come il peperoncino, lo zenzero o il curry, che alzano la temperatura corporea, favorendo la termogenesi e aiutano a bruciare i grassi.
Altro alleato del metabolismo è l’aceto di mele!
Fa dimagrire, attiva il metabolismo e brucia i grassi; è ottenuto dalla fermentazione del succo delle mele, questo tipo di aceto è consigliato in tutte le diete dimagranti e, in generale, nell’alimentazione quotidiana, perché ricco di vitamine e benefici.
Nel metabolismo degli acidi grassi svolge un ruolo importante, in quanto ritenuto stimolatore del metabolismo dei grassi. L'aceto di mele interviene attaccando le membrane delle cellule lipidiche e favorendo l'ossidazione dei lipidi e la loro eliminazione.
In commercio esistono anche i cosiddetti integratori termogenici che vengono assunti proprio per stimolare il metabolismo, ma bisogna fare attenzione alle controindicazioni prima di assumerli.
Inoltre l’aceto di mele non fa solo dimagrire. I suoi benefici sono numerosi: è ricco di pectina e di vitamine come la C, la A e la B1. Ha anche un’alta percentuale di potassio e contiene fosforo e calcio, quindi fa bene alla memoria e alle ossa. E non solo è in grado anche di rafforzare il sistema immunitario e disintossica il fegato.
L’aceto di mele è un valido aiuto nelle diete dimagranti perché aiuta a bruciare le calorie, migliora il metabolismo e smorza l’appetito. Blocca il proliferare delle cellule di grasso e distrugge gli accumuli adiposi facendo recuperare il proprio peso forma. Usare l’aceto di mele per condire insalate e verdure non può che farci bene...quindi via libera!

Piano e consigli utili per dimagrire:
Seguire il piano per perdere peso con l’aceto di mele è semplice. Non ci sono menù ristretti.

Tuttavia, è necessario seguire alcuni consigli:
Prendere da uno a tre cucchiaini di aceto prima di ogni pasto
bere tanta acqua
essere moderati quando si tratta di snack
i pasti devono essere di proporzioni ragionevoli
Aggiungere un po’ di esercizio fisico moderato alla routine quotidiana
Dimagrire bevendo l'aceto di mele: considerazioni finali
Assumere l’aceto di mele prima dei pasti dà il tempo all’organismo di accelerare il metabolismo, frenando l'appetito. Chi non ha mai preso l’aceto di mele per dimagrire dovrebbe iniziare con un cucchiaino prima di ogni pasto e gradualmente arrivare fino a tre cucchiaini. Seguendo il piano è abbastanza facile perdere peso. Tutto ciò che è necessario è ricordarsi di prendere l'aceto prima di ogni pasto. Se il nettare è troppo per lo stomaco, si consiglia, invece, di scegliere pillole all’aceto di mele.

In breve, la perdita di peso è un processo continuo per molte persone che scelgono diete di moda e di tendenza.. La dieta di aceto di mele è l'ideale perché offre un rimedio naturale per la perdita di peso senza un regime restrittivo. L’aceto fa dimagrire in modo sano, senza ricorrere a farmaci. Ovviamente, solo l’aceto di mele non basta: è necessario condurre uno stile di vita sano evitando, come si è detto, gli eccessi. Non bisogna prendere più di tre cucchiaini di aceto prima dei pasti. È necessario bere tanta acqua (almeno due litri al giorno) e non mangiare troppo. L’esercizio fisico aiuta a perdere peso.

mercoledì 16 gennaio 2013

Terribile scherzo: bambina morta in ascensore ;)



Lo scherzo più spaventoso rimane quest'altro...

I leggings da uomo spopolano in Usa. In arrivo in Europa? (FOTO) continua su I leggings da uomo spopolano in Usa. In arrivo in Europa? (FOTO)

Amati dalle star musicali internazionali, i pratici pantaloni ormai sono diventati punti di forza delle ultime sfilate di moda maschili.


I  meggings
Se pensavate che fosse un indumento tipicamente femminile, vi sbagliate di grosso. Parliamo dei leggings, quei pantaloni elasticizzati e molto aderenti, usati di milioni di donne in tutto il mondo, pratici e versatili. Ebbene, d’ora in poi sentiremo parlare anche dei meggings, ovvero i leggings in versione maschile. Questo, almeno, è quanto dettato dalle sfilate di moda. I meggings sono molto in voga tra le star della musica internazionale. Basta pensare che uno dei precursori di questa moda, che sembra prossima a sbarcare a breve anche tra i machi latini del Vecchio Continente, fuSteven Tyler, cantante degli Aerosmith, che ha sempre indossato dei leggings, sebbene a zampa d’elefante.

In tempi più recenti, invece, stelle del calibro di Russel Brand o del giovane cantante Justin Bieber, si sono fatti immortalare, in occasioni più o meno mondane, indossando dei leggings. Questi ultimi sono molto amati per le diverse tinte e colori con cui vengono fabbricati; dal classico nero a quello a righe e strappato spesso indossato dal cantante Lenny Kravitz. 


Eppure i meggings non rappresentano soltanto una stravaganza tipica degli artisti. Alcune delle case di moda più importanti, infatti, hanno inserito i meggings nelle loro collezioni e puntano a farne uno dei capi di punta dei guardaroba degli uomini più fashion. Basta passeggiare per le strade di New York o anche a Piccadilly Circus a Londra ed è già possibile ammirare uomini che, con notevole disinvoltura, escono con i meggings, facendo magari concorrenza ai leggings delle proprie compagne.
Alcuni stilisti li hanno anche proposti anche sotto gli shorts, in versione sia sportiva che elegante all’occorrenza. Altri ancora, invece, ne hanno proposto delle varianti in pelle o in tessuti simili al latex, dal tocco decisamente osé per i soggetti più audaci. Insomma, non ci resta che aspettare per vedere se anche per le strade italiane vedremo i nostri maschi latini con indosso un capo da sempre considerato femminile per eccellenza.



iPhone 5, il nuovo telefono stenta e Apple cala in borsa. È finita la magia?


Dimezzate le previsioni di vendita per gli apparecchi di ultima generazione, mentre il titolo dell'azienda di Cupertino ha perso il 29% dal settembre scorso. Ora si affaccia l'ipotesi di produrre nuovi prodotti per prolungare il momento d’oro


iPhone 5, il nuovo telefono stenta e Apple cala in borsa. È finita la magia?

L’indiscrezione è circolata nelle ultime ore e parla di una riduzione del 50% per gli ordini di componenti per il suo iPhone 5, chiaro segno del fatto che dalle parti di Apple hanno visto alribasso le previsioni di vendita del melafonino. La notizia è stata sufficiente per mettere in allarme gli investitori e provocare un tonfo del titolo in borsa (-4%) portandolo sotto la soglia dei 500 dollari. La successiva ripresa (504,25 dollari per azione) non serve a cancellare un dato preoccupante per la casa di Cupertino: dal settembre 2012 (700 dollari) il titolo ha perso quasi il 29% del suo valore. Il destino in borsa dell’azienda di Cook dipenderà dai dati relativi all’ultimo trimestre 2012, la cui pubblicazione è prevista per il 23 gennaio.
Eppure, secondo i dati pubblicati la scorsa settimana da ComTech, per Apple il 2012 si è chiuso nel migliore dei modi. La rilevazione si riferisce al 25 novembre 2012 e indica una crescita di Apple nel settore smartphone. Secondo la ricerca, il 53,3% dei telefoni venduti nei 12 mesi precedenti portavano il marchio della mela. Lo stesso studio segna un calo per il rivale Android, che ha subito un calo del 10.9% rispetto all’anno precedente. Il sistema di Google mantiene comunque il 41.9% del mercato, lasciando a Microsoft e al suo Windows Phone soltanto le briciole (2.7%).
La situazione, però, è molto meno stabile di quanto possa sembrare. L’ingresso in campo di sistemiLinuxcon il passaggio della rivale Samsung al nuovo Tizen e l’annuncio di una versione smartphone di Ubuntu, rischiano di mescolare le carte nel settore e ampliare il numero di concorrenti in grado di infastidire Apple. Senza contare che il nuovo iPhone, pur con qualche innovazione degna di nota soprattutto sotto il profilo delle prestazioni, rappresenta la quinta incarnazione di un prodotto che ai consumatori comincia a sembrare sempre uguale a sé stesso.
Lo spauracchio Microsoft
La situazione è scivolosa anche per il fratello maggiore dell’iPhone, quell’iPad che fino a oggi ha mantenuto la leadership indiscussa nel settore tablet. Nel settembre scorso (quando il titolo Apple ha toccato il suo massimo), iPad deteneva il 68% nel mercato tablet e i nuovi iPad 4 e Mini, nei primi 3 giorni di disponibilità, avevano venduto 3 milioni di esemplari doppiando le stime degli analisti che avevano previsto vendite per 1,5 milioni di dispositivi. La battaglia in questo settore sembrava già vinta, considerato anche Android non si sono mai dimostrato competitivo come nel settore smartphone.
Nel frattempo, però, c’è stato il Ces di Las Vegas e hanno fatto la comparsa i primi dispositivi che possono davvero infastidire il colosso californiano. La minaccia, questa volta, arriva dal nuovo Windows 8 e dalla strategia di Microsoft che punta a un’introduzione massiccia del touchscreen nel settore dei portatili. Com’era prevedibile, i tanti produttori legati al mondo Windows hanno fatto di necessità virtù trasformando i loro notebook in modelli convertibili, in grado di trasformarsi in tablet attraverso la rotazione dello schermo o la separazione di quest’ultimo dal corpo del portatile. Un trend che punta ad azzerare le differenze tra portatile e tablet e che può erodere significativamente le vendite dell’iPad. Tanto più che il gigante Intel sembra deciso a introdurre il touchscreen come requisito per la dotazione degli ultrabook, costringendo così tutti i produttori ad avvicinarsi a questo tipo di soluzione.
L’enigma iPad Mini
Difficile invece capire che impatto abbia davvero avuto l’introduzione del nuovo iPad Mini. Il tablet da 7.9 pollici è stato ribattezzato come un “iPad low cost”. Con un prezzo che varia da 329 a 659 euro, però, il suo “basso costo” rimane molto relativo, così come il successo nei negozi. I giudizi dei consumatori e degli appassionati sui vari blog non sono concordi e anche i dati forniti fino a ora da Apple non distinguono tra le vendite del modello normale e del Mini, lasciando intatto il dubbio che la versione “ridotta” del suo tablet sia stato un sostanziale flop. La sensazione è confermata anche da considerazione squisitamente economiche: secondo uno studio di Ihs, iPad Mini offrirebbe margini di guadagno decisamente inferiori rispetto ad iPad e iPhone.
La società di analisi ha eseguito nello scorso novembre una ricerca in cui ha calcolato il costo dei componenti per l’assemblaggio del dispositivo. Secondo la stima, la produzione di un esemplare costerebbe 188 dollari garantendo all’azienda di Tim Cook un margine del 41%. Un po’ pochino, soprattutto se si considera che iPad 3 e iPhone 5 garantiscono, rispettivamente, il 50% e il 68% di margine. Anche se i dati di vendita lo sorreggessero, quindi, il nuovo nato rischia di deludere quanto meno sul piano dei profitti. Certo parlare di crisi è per lo meno prematuro, ma per rimanere sulla cresta dell’onda del mercato (e di Wall Street) servono continue innovazioni che, negli ultimi mesi, mancano. In questo senso la svolta potrebbe arrivare dalla tanto attesa Apple iTV, che potrebbe fare la sua comparsa addirittura nelle prossime settimane. Chissà che i ragazzi di Cook non riescano ancora una volta a stupire tutti.

Respirare fumo passivo sviluppa il rischio di demenza

Respirare fumo passivo sviluppa il rischio di demenza.
Respirare fumo passivo provocherebbe seri problemi di demenza. E' quello che dimostra un team di scienziati tramite uno studio condotto su circa 6.000 persone e pubblicato sulla rivista Occupational and Environmental Medicine.

A quanto pare non saranno solo gli “Zeno” di turno ad avere a che fare con la propria coscienza per liberarsi dal vizio del fumo; chi respira fumo passivo deve stare molto attento e evitarlo il più possibile. Il fumo passivo è dannoso, ma quello che allarma ancora di più è la gravità di quanto dimostrato da un recente studio portato a termine da scienziati provenienti da Cina, Stati Uniti e Gran Bretagna dimostrato su circa 6.000 persone che vivono in cinque province della Cina.

Regione Marche: via libera a uso farmaci cannabinoidi „Regione: ok a legge su uso farmaci cannabinoidi“

Regione Marche: via libera a uso farmaci cannabinoidi

Il provvedimento è stato approvato dall'Assemblea legislativa: la scelta terapeutica è affidata ai medici di base nel caso ritengano non ci siano cure alternative



Regione Marche: via libera a uso farmaci cannabinoidi
Via libera nelle Marche alla legge regionale sull'uso di farmaci cannabinoidi. Il provvedimento è stato approvato dall'Assemblea legislativa.
La scelta terapeutica è affidata ai medici di base nel caso ritengano non ci siano cure alternative. La somministrazione è effettuata in ambito ospedaliero, mentre in ambito non ospedaliero l'Asur coadiuva gli assistiti nell'acquisizione dei farmaci registrati all'estero per finalità terapeutiche.
Soddisfatto Francesco Comi, presidente della commissione sanità in consiglio regionale, relatore di maggioranza per questa proposta di legge che porta la firma dell'intero gruppo consiliare pd.
Per Comi : "Si tratta di farmaci, oggi reperibili solo all'estero, che vanno rilasciati dal servizio pubblico solo su motivata richiesta e in assenza di valide alternative terapeutiche".
"In alcuni casi si sono dimostrati indispensabili: nel trattamento farmacologico della nausea e del vomito in pazienti affetti da neoplasie ed AIDS sottoposti alle cure con farmaci antiblastici e antivirali. Altri usi terapeutici si stanno studiando in sperimentazioni cliniche sull'uomo e riguardano il trattamento dell'asma e del glaucoma; inoltre si sta valutando la loro attività antidepressiva, anticonvulsivante, antispasmodica, antitumorale e come stimolanti dell'appetito" continua il Presidente Comi.
La consigliera Rosalba Ortenzi, prima firmataria, aggiunge che "da oggi la regione Marche fornisce un aiuto concreto alle famiglie che vivono sulla loro pelle malattie che necessitano di queste tipologie di trattamento farmacologico".


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Infarto, fragole e mirtilli fanno bene al cuore delle donne

fragole e mirtilli

Fragole e mirtilli, mangiati almeno tre volte alla settimana, riducono del 32% la probabilità che una donna abbia a che fare con un infarto. A giungere a questa conclusione sono i ricercatori dell’Harvard School of Public Health (Stati Uniti) e dell’University of East Anglia (Regno Unito), che hanno condotto uno studio molto ampio sul tema.
Le loro ricerche, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Circulation, hanno infatti coinvolto ben 93.600 donne tra i 25 e i 42 anni di età. Per 18 anni, durante i quali sono stati registrati 405 infarti, le partecipanti hanno compilato ogni 4 anni dei questionari sulle loro abitudini alimentari. L’analisi delle risposte fornite ha svelato le proprietà di fragole e mirtilli. Proprietà che sembrano piuttosto specifiche per i frutti di bosco: nemmeno le donne che, pur mangiando fragole e mirtilli al massimo una volta al mese, hanno una dieta ricca di altra frutta e verdura riescono a ridurre il rischio di infarto tanto quanto quelle che amano questi due frutti.
Gli autori hanno concentrato le loro analisi sui fragole e mirtilli perché, fra i frutti di bosco, sono i più consumati negli Stati Uniti. Tuttavia, gli stessi ricercatori ammettono che anche altri frutti di questo tipo potrebbero avere un effetto simile.
In effetti alla base dell’azione protettiva rilevata ci sono le elevate quantità di flavonoidi (in particolare, di antocianine) caratteristiche di questi frutti, ma riscontrabili anche in altri cibi di origine vegetale, come l’uva e il vino, le more e le melanzane. Non si può, perciò, escludere che anche alcuni di questi altri alimenti possano proteggere dall’infarto.
Ciò che è provato è che le antocianine aiutano a mantenere le arterie dilatate e a contrastare la formazioni di placche che potrebbero ostruirle e che il risultato di queste azioni è proprio la riduzione del rischio cardiovascolare.
Secondo Eric Rimm, responsabile della ricerca,
mirtilli e fragole possono essere facilmente introdotte in ciò le donne mangiano tutte le settimane. Questo semplice cambiamento alimentare potrebbe avere un impatto significativo sulla prevenzione.


Gartner: la passione per i tablet spinge i consumi, saturo il mercato pc

Le vendite mondiali dei computer desktop scendono quasi del 5% rispetto al trimestre precedente




Le prime analisi sul venduto natalizio confermano il calo della quota relativa ai pc . Secondo Gartner le vendite mondiali di Pc sono scese a 90,3 milioni di unità negli ultimi tre mesi del 2012 con un calo in percentuale del 4,9% rispetto al trimestre precedente (-11% per i computer portatili, -6% per i desktop). 

La flessione, secondo Gartner, è da imputare soprattutto a un cambio delle abitudini e dei desiderata degli utenti. I tablet, sopra tutti, sono i principali imputati della cannibalizzazione dei pc, ovvero, sempre secondo gli analisti di Gartner, chi cambia un vecchio pc preferisce sostituirlo con un tablet.  

Il dato di fatto contrasta con le più ottimistiche previsioni che immaginavano un consumatore che incrementasse la propria dotazione di prodotti tecnologici mentre, in verità, il trend, complice anche la crisi dei consumi, è di pura sostituzione. Neanche l’introduzione a ottobre di Windows 8 ha portato all’attesa rivitalizzazione del comparto, secondo Gartner perché i primi dispositivi con Windows 8 non forniscono la stessa (eccitante) esperienza touch che garantiscono i tablet. 

La classifica dei vendor vede una rediviva Hp in testa, grazie all’insistente spinta sul mercato consumer, con una quota di mercato del 16% seguita dalla cinese Lenovo che, in ogni caso, ha registrato un +8,2% anno su anno nelle vendite. Dell medaglia di bronzo, nonostante un calo del 21% anno su anno e Acer medaglia di cartone, con un calo dell’11%. 

I dati di Gartner confermano quelli già resi pubblici da Idc che ha parlato di 89,8 milioni di pezzi con un calo del 6,4% anno su anno. 

Curiosity si prepara a perforare la prima roccia marziana

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Curiosity si prepara a perforare la prima roccia marziana. Il rover della Nasa, ormai da cinque mesi impegnato su Marte, si sta dirigendo verso una roccia piatta con venature chiare che potrebbero contenere indizi della passata presenza dell'acqua sul Pianeta Rosso.


La roccia scelta si troca in una zona dove la MastCam di Curiosity e altre telecamere hanno rivelato diverse caratteristiche inaspettate, tra cui vene, noduli, doppia stratificazione e un ciottolo brillante incorporato nella pietra arenaria, e forse anche alcuni buchi nel terreno. La roccia scelta per la foratura si chiama "John Klein" in omaggio all'ex vice responsabile del progetto Mars Science Laboratory John W. Klein, morto nel 2011.
Se le analisi preliminare dovessero dare parere positivi, con l'approvazione degli ingegneri della Nasa, Curiosity si avvicinerà ad essa che nei prossimi giorni e la forerà per analizzarla più nel dettaglio attraverso i suoi strumenti. Il rover, prima di raccogliere i campioni di polvere dall'interno della roccia, userò quelli per pulire il trapano. Poi il forerà il masso e ingerirà più campioni che saranno analizzati per conoscerne la composizione chimica e minerale.
Al momento Curiosity si trova all'interno del cratere Gale dove sta cercando di trovare eventuali prove del fatto che Marte possa aver offerto un ambiente favorevole alla vita microbica.
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"La foratura di una roccia per raccogliere un campione sarà l'attività più difficile di questa missione dopo l'atterraggio. Non è mai stato fatto su Marte", ha dichiarato il project manager del Mars Science Laboratory Richard Cook. "Il trapano hardware interagisce energeticamente con materiale marziano che non controlliamo. non ci sorprenderemo se alcuni passaggi del processo la prima volta non andranno esattamente come previsto".
Secondo le prime analisi fornite dallo strumento laser ChemCam, nella roccia sarebbero presenti livelli elevati di calcio, zolfo e idrogeno. "Queste vene sono probabilmente composte da solfato di calcio idrato, come bassinite o gesso", ha detto un membro del team di ChemCam. "Sulla Terra, la formazione di venature come queste richiede acqua che circola nelle fratture."
I ricercatori hanno utilizzato lo strumento Macli per esaminare le rocce sedimentarie nella zona. Alcune sono in pietra arenaria, come il "fiore marziano" recentemente scoperto.