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mercoledì 30 gennaio 2013

Il decalogo di Adiconsum contro i falsi annunci di lavoro

Una dozzina di frodi ai danni dei giovani disoccupati che cercano lavoro. Adiconsum presenta un decalogo per riconoscerle ed evitarle
Il decalogo di Adiconsum contro i falsi annunci di lavoro @ shutterstock

Un giovane su tre è disoccupato. Ed aumenta anche la percentuale dei demoralizzati, che hanno perfino smesso di cercare lavoro. L’elevata disoccupazione giovanile crea un terreno fertile anche per il cyber-crime e per coloro che lucrano a danno dei giovani e del loro diritto a trovare un lavoro. Da una ricerca condotta da Adiconsum e Movimento difesa del cittadino, nell’ambito del progetto “Lavoro sicuro“, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono emerse ben 12 tipologie di frodi e pratiche commerciali scorrette ai danni dei giovani in cerca di lavoro o di offerte formative/aggiornamenti professionali.
Le 12 tipologie di frodi comprendono: il lavoro a domicilio, le vendite porta a porta, i servizi telefonici a pagamento, le iscrizioni alle banche dati, i corsi di formazione, le borse di studio, la realizzazione di book fotografici, le associazioni in partecipazionei falsi periodi di prova, iltrasferimento di denaro, le catene di S. Antonio e il marketing piramidale, i documenti da firmare.
Comuni denominatori di queste truffe sono le false promesse in cambio di un esborso di denaro o corsi di formazione di scarsa qualità pubblicizzati come gratuiti salvo poi la richiesta del versamento di somme per il proseguimento delle lezioni. Per sventare questa ondata di frodi, Adiconsum e Movimento difesa del cittadino hanno stilato un Decalogo per i giovani in cerca di un’occupazione su come riconoscere ed evitare di cade nella trappola dei falsi annunci di lavoro.
“Le frodi perpetrate ai danni dei giovani in cerca di lavoro presentano risvolti psicologici e sociali particolarmente gravi – denunciano Pietro Giordano, Segretario generale Adiconsum e Antonio Longo, presidente di Movimento Difesa del cittadino – A livello personale, esse producono nelle vittime un abbassamento della propria autostima, a livello sociale, minano la fiducia e le aspirazioni dei giovani che vedano nel lavoro non solo uno strumento di realizzazione personale, ma anche di contributo dato alla società civile e al Paese tutto”. “Essa verrà sottoposta alla riflessione dei decision makers, degli operatori economici del settore e delle istituzioni competenti. Se tutti offrissero anche soltanto un supporto alla visibilità di questo tema, si potrebbe abbattere il numero delle giovani vittime che ogni anno incappano in truffatori privi di scrupoli“.
Ecco il decalogo di Adiconsum. Innanzitutto, i ragazzi devono tenere presente che le aziende affidabili non nascondono nulla: descrivono subito il lavoro offerto, i requisiti richiesti e il compenso. Fanno leggere e firmare un contratto prima di iniziare qualsiasi sorta di attività. Inoltre, una società seria che vi offre un’occupazione (in ufficio o da casa), vorrà certamente vedere prima il vostro curriculum vitae e le vostre referenze. Quando un’offerta sembra troppo bella per essere vera, probabilmente è falsa.
I giovani devono diffidare delle aziende che non indicano la propria ragione sociale e partita Iva. Meglio svolgere ricerche online: per esempio nel Registro Imprese della Camera di Commercio o sul sito dell’Agenzia dell’Entrate – per verificare l’affidabilità dell’azienda proponente. Conviene non fidarsi delle aziende che chiedono contributi economici per poter avviare il rapporto di lavoro. Chi cerca lavoro, non deve comprare kit o materiali di qualsiasi tipo necessari per l’avvio di un’attività a domicilio. Chi chiede di fornire dati personali, indirizzi e-mail e recapiti telefonici con la promessa di ricontattarvi, non è un’azienda ma è un tramite di catene di Sant’Antonio. È meglio riflettere e verificare la validità e l’autenticità dell’offerta. Diffidate di chi ha fretta di farvi concludere.
Infine: non iscrivetevi a corsi o training di avviamento al lavoro a vostre spese. Di solito l’azienda che assume si fa carico delle spese per la formazione dei dipendenti. Nei rari casi in cui il corso viene addebitato al lavoratore, non bisogna mai anticipare corrispettivom, che se mai sarà detratto dal primo stipendio.

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