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giovedì 6 settembre 2012

"Più buono, ma non più nutriente" Il cibo biologico bocciato a metà


Lo studio dell'Università di Stanford: nessuna differenza rispetto ai prodotti convenzionali. "La superiorità è riscontrata solo in un rischio ridotto di contaminazione da pesticidi". Il verdetto dall'esame di 239 ricerche precedenti sul tema: stesse quantità di proteine e vitamine

"Più buono, ma non più nutriente" Il cibo biologico bocciato a metà
Sarà forse più saporito e in sintonia con la natura. Ma il cibo biologico non è più nutriente. "Tra prodotti organici e convenzionali non c'è differenza, se si considerano gli effetti sulla salute" sostiene Dena Bravata dell'università di Stanford, che con la sua équipe ha messo insieme i dati su frutta, verdura, cereali, carne, latte, polli e uova ottenuti con i criteri bio, confrontandoli con i valori dei prodotti convenzionali.

Nessuna vitamina in più, né maggiori concentrazioni di proteine, si legge nel rapporto pubblicato oggi su Annals of Internal Medicine. Laddove i prodotti biologici risultano superiori è invece in un rischio di contaminazione con i pesticidi ridotto del 30%. Mentre poi la presenza di batteri è equivalente nelle due categorie di prodotti, i microbi trovati in polli e maiali bio risentono meno del fenomeno della resistenza agli antibiotici. Una delle regole dell'allevamento organico infatti è l'uso ridotto al minimo di questa categoria di farmaci.

Dal nostro lato dell'oceano, risultati analoghi erano stati raggiunti nel 2009 da uno studio della Food Standards Agency inglese. Come nel rapporto americano, anche l'analisi di Londra non registrava nessun beneficio dal punto di vista nutritivo, fatta eccezione per una maggiore presenza di fosforo nei prodotti biologici. Ma dal momento che le carenze di questo elemento sono praticamente inesistenti nella popolazione umana ("possono essere determinate solo da uno stato prossimo alla morte per fame"), secondo lo studio Usa "questo dato non ha rilevanza clinica". In un laboratorio danese nel 2008 alcune cavie erano state nutrite per due anni con cibi organici. Ma neanche i loro test avevano mostrato miglioramenti a livello di minerali o vitamine.

Dei 237 studi presi in considerazione oggi dai ricercatori di Stanford, la stragrande maggioranza era stata condotta sui prodotti di agricoltura e allevamento. Le rare analisi applicate direttamente alla salute delle persone abituate a consumare cibi biologici non avevano mostrato alcuna riduzione di allergie, né di infezioni batteriche. È bastato invece che un gruppo di bambini messo sotto esame seguisse per 5 giorni una dieta biologica affinché il livello di residui dei pesticidi nelle urine diminuisse significativamente.

Flavio Paoletti, esperto dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, fa notare quanto eterogenei siano i risultati delle varie analisi condotte finora. "La tendenza che abbiamo osservato - dice bilanciando i risultati di Stanford - è un lieve vantaggio dei prodotti biologici per quanto riguarda i valori di vitamine e antiossidanti". Nell'agricoltura organica, spiega il ricercatore, "si usano meno fertilizzanti contenenti azoto. La pianta riduce la sintesi di sostanze azotate e si orienta di più verso un metabolismo legato ai carboidrati. Ed è proprio da questo secondo percorso che derivano le vitamine" Ma "dare orientamenti certi ai consumatori con i dati che abbiamo in mano - conferma Paoletti - è purtroppo impensabile".

Al di là delle sporadiche osservazioni fatte sull'uomo e non sui prodotti, infatti, mancano del tutto gli studi completi e di lunga durata sugli individui che mangiano regolarmente cibo organico. Eppure agricoltura e allevamento biologici sono diventati in pochi anni un settore di tutto rispetto dell'economia mondiale, con vendite pari a 45 miliardi di euro all'anno (di cui 1,5 in Italia). Nel nostro paese, 8 milioni di persone hanno assaggiato almeno una volta in un anno cibi organici (assoggettandosi a prezzi tra il 10 e il 100% più alti del normale) e 1,1 milioni di ettari sono coltivati con le regole del bio o dedicati all'allevamento rispettoso delle esigenze di spazio degli animali.

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