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lunedì 24 settembre 2012

Linguaggio del corpo: A cosa serve



Le applicazioni della comunicazione non verbale sono molteplici.
Innanzitutto, possiamo dire che leggere i piccoli gesti involontari ci da modo di conoscere la personalità e i lati nascosti degli altri; proprio in funzione di questa accurata comprensione del carattere delle persone con cui veniamo a contatto, possiamo migliorare o cambiare i nostri rapporti interpersonali.
Un altro importante modo d’impiego dei segnali non verbali è svelare le menzogne: se ad esempio, il nostro interlocutore ci promette di fare una certa cosa, ma al tempo stesso si sfrega il naso significa che molto probabilmente non la farà.
Spesso ci troviamo nella situazione in cui è importante sapere l’opinione che una data persona ha di noi: identificando i messaggi non verbali possiamo conoscere esattamente cosa pensa veramente l’altro di noi.
Ci sono comportamenti che indicano l’attrazione fisica: conoscerli è molto utile per superare timidezze, insicurezze e paura del rifiuto. A volte, ci piace una persona, ma magari non ci facciamo avanti perché non siamo sicuri della sua reazione o temiamo di equivocare i suoi segnali: supponiamo ad esempio, che una persona incroci il nostro sguardo e nel farlo si accarezzi i capelli, cioè dia un segnale di inequivocabile interesse; a quel punto, sapremmo con sicurezza che una nostra avance sarebbe ben accetta, anzi, proprio desiderata.
In certi casi, si può usare la comunicazione non verbale come una vera e propria sfera di cristallo: non si può non reagire quando si viene «toccati sul vivo»; così, quando, anche casualmente, pronunciamo determinate parole o frasi e chi abbiamo di fronte reagisce, possiamo essere certi che la questione lo riguarda di persona.
Osservando le risposte del corpo del nostro interlocutore possiamo inoltre pilotare il discorso, così da selezionare gli argomenti che trova interessanti e scartare quelli giudica irritanti: ai suoi occhi appariremo dei brillanti conversatori, sebbene sarà stato lui stesso, senza volerlo, a «indicarci la via»; cioè a guidare la scelta degli argomenti e delle parole più stimolanti
Il metodo infine può anche essere applicato su di sé. Non sempre siamo sinceri con noi stessi; a volte, ci raccontiamo delle bugie perché preferiamo evitare di prendere coscienza di certe realtà, perché certi nostri sentimenti non sono coerenti con le nostre convinzioni e credenze o perché semplicemente non facciamo attenzione a certe nostre esigenze. Renderci conto di aver fatto determinato atto non verbale di segno contrario a quello che pensiamo o diciamo, ci può aiutare ad essere più onesti con noi stessi e a vivere in armonia con le nostre emozioni.


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