Translate

venerdì 31 agosto 2012

Sfida infinita, ultimo round a Samsung

Samsung non ha violato i brevetti di Apple: il tribunale distrettuale di Tokyo, chiudendo uno degli infiniti capitoli legali tra i due colossi, ha deciso che gli otto modelli di smartphone e tablet Galaxy tirati in ballo (tra cui Galaxy S, Galaxy Tab e Galaxy S2) non 'copiano' le tecnologie di Apple sulla sincronizzazione dei dati musicali e video su dispositivi con i server. L'azienda sudcoreana si è presa così una rivincita ad una settimana dalla pesante sconfitta incassata negli Usa. La sentenza giapponese copre un solo brevetto, a differenza dei 7 trattati nel processo in California, ma rappresenta anche l'avvio di una serie di battaglie, almeno una decisa secondo la stampa nipponica, che Apple intende promuovere nel Sol Levante nei prossimi mesi contro la rivale sudcoreana. "Le richieste avanzate dal querelante sono tutte respinte", ha detto il Tamotsu Shoji, giudice al capo del collegio, nella lettura della sentenza, al termine di un procedimento promosso ad aprile del 2011. Apple, che aveva chiesto un risarcimento di 100 milioni di yen (poco più di 1 milione di euro), avrà 30 giorni di tempo per decidere se presentare ricorso ed evitare di pagare anche tutte le spese legali sostenute da Samsung. Le tecnologie utilizzate per gli smartphone e i tablet del leader mondiali dei cellulari, in altri termini, "non sono una violazione" dei brevetti alla base di iPhone e iPad della casa fondata da Steve Jobs. La decisione presa del tribunale di Tokyo segue quella di una settimana fa in base alla quale la giuria della corte di San Jose, in California, ha condannato Samsung al pagamento di danni alla Apple per 1,05 miliardi di dollari, dopo averla giudicata responsabile di copiatura delle caratteristiche principali di iPhone e iPad. Apple e Samsung stanno combattendo aspramente per il controllo del ricco mercato degli smartphone, stimato nel 2011 in oltre 200 miliardi di dollari, a colpi di carte bollate in quattro continenti. "Una decisione molto approriata", ha commentato in una nota la divisione giapponese di Samsung, i cui titoli alla Borsa di Seul sono passati da -0,25% a +1,5% nel giro di pochi secondi. La tendenza dei giudici giapponesi è più prudente in materia di violazione di brevetti rispetto agli Usa: sulla base di uno studio specifico di PricewaterhouseCoopers, le società che producono beni con un'invenzione tutelata hanno un tasso di successo pari al 38% nelle rivendicazioni sui brevetti trattate nelle corti statunitensi. In Giappone, i margini di successo sono del 21% nei casi di proprietà intellettuale, tra cui le quelli di 'patenti registrate', sulla base dei dati del 2010 della Corte

Nessun commento:

Posta un commento