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martedì 5 marzo 2013

Perché quando una cosa ci ispira tenerezza viene voglia di stringerla?


Le immagini di cuccioli o bambini teneri stimolano anche una certa aggressività. Ecco le ragioni scientifiche.

Vorreste "mangiarlo di baci"? Tutto normale. La scienza spiega perché. Photo credit: Lennixx, Flickr.

Quando è stata l'ultima volta che avete strizzato le guance a un bambino (o che qualcuno, magari una vecchia zia, le ha strizzate a voi)? E se vedete la foto di un cucciolo, non dite mai frasi come "lo stritolerei" o "è da mangiare"? Niente paura, se succede anche a voi non siete i soli. 

È un comportamento perfettamente normale, che risponde a precise ragioni scientifiche. Vedere cose che suscitano tenerezza fa emergere in noi una certa vena aggressiva, come sostiene una ricerca presentata al meeting annuale "Society for Personality and Social Psychology" di New Orleans.

È così tenero che... lo stritolerei!

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Yale ha sottoposto a 109 persone una serie di foto di animali suddivise tra carine, buffe e neutre. Durante la visione, ai soggetti è stato chiesto se si trovassero d'accordo con espressioni come "è carino da morire!" o se avessero voglia di stringerli o, ancora, se la visione delle foto non facesse venir loro voglia di pronunciare espressioni onomatopeiche come "grrr"! Più le foto suscitavano tenerezza, più aggressive sono state le risposte scelte.
 un secondo esperimento gli scienziati hanno voluto verificare se questi impulsi aggressivi fossero solo limitati al linguaggio o se sconfinassero nelle azioni. Per questo hanno fornito ai soggetti una carta da imballo con le bolle da scoppiare: davanti alle foto di animali teneri, i volontari hanno scoppiato il maggior numero di bolle: in media 120.

Frustrazione o bilanciamento?

Ma cosa ci spinge a comportarci così? I ricercatori hanno fornito due possibili spiegazioni. La prima è che la visione di una foto che ispira tenerezza suscita il richiamo immediato ad occuparci della creatura (umana o non) rappresentata. Poiché questo impulso non è soddisfatto - non possiamo infatti raggiungere l'oggetto delle nostre attenzioni - siamo investiti da un senso di frustrazione che genera una sorta di aggressività repressa.
La seconda ipotesi è che questa - innocua - carica aggressiva sia un modo per bilanciare l'eccesso di sentimenti positivi che una data immagine suscita in noi. Un po' come quando si piange, ma di felicità.

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