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lunedì 3 settembre 2012

Soffre di sonnambulismo, si risveglia nel fiume

Si è svegliata nel cuore della notte, perché soffre disonnambulismo, ma ha rischiato di morire di ipotermia, dopo un bagno nel fiume che scorre poco lontano dalla casa. Lei, però, credeva di essere nel letto e di sognare. Invece, era davvero nell’acqua gelida. La vicenda di Alyson Bair, 31 anni, ha dell’incredibile: madre di due figli, soffre di una grave forma di sonnambulismo, aggravatasi a causa dello stress per una diagnosi di malattia cronica. Lo scorso venti agosto è stato il marito Cody a constatare che la donna non era a letto, malgrado fossero le due di notte, nella casa di Burley, Idaho. 

Immediate le ricerche da parte delle autorità locali, anche presso il fiume locale, lo Snake River. La donna è stata ritrovata cinque ore dopo, a un quarto di miglia da casa, col pigiama zuppo d’acqua, evidenti sintomi di ipotermia oltre a tagli e lividi sui piedi nudi. Immediati anche i soccorsi, al medical center della contea di Cassia, Idaho. Come ha rivelato alla ABC, credeva di sognare di essere nell’acqua ma era tutto vero: terrore puro insomma al momento del “risveglio”. Una condizione, quella di Bair, tanto più traumatica per una madre di famiglia. La prima volta che si è allontanata da casa, è stato il figlio maschio, di 8 anni, a constatare la sua assenza. 

In casa Bair, insomma, anche lasciare aperte le porte per il caldo rischia di essere un terribile errore. Oltre a combattere gli incubi notturni, Bair fronteggia anche una malattia infiammatoria cronica su base autoimmune, la sindrome di Sjogren. I medici le avevano chiaramente detto che lo stress poteva peggiorare la situazione del sonnambulismo e in effetti non avevano torto. E il problema è tanto più grave per la potenziale recidività: non era la prima volta che Bair si trovava coinvolta in una simile situazione. Tre incidenti in sei settimane, secondo i rapporti dell’autorità locale, il secondo con annesso “bagno” al fiume. Dopo un controllo sul suo stato mentale, la donna non appare essere un pericolo per sé e per gli altri. Eppure l’incubo continua.

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