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venerdì 7 settembre 2012

Il leone Nero




Il melanismo, ossia una iper-pigmentazione che comporta pelo e/o epidermide nera, è una caratteristica molto comune nel mondo animale. Ma la genetica si sa, è una scienza misteriosa, e di tanto in tanto, fenomeni come questo – ed il suo contrario, cioè l’albinismo - si riscontrano in specie in cui il fenomeno e più unico che raro.
E’ il caso di questo leone nero, le cui foto nell’ultima settimana impazzano per il web.
Magnifico non trovate? Pensate, ne esistono solo due al Mondo, e quello nella foto…NON E’ UNO DI LORO!
Si perché le foto che circolano sul web sono solo delle manipolazioni digitali (nell’era di Photoshop potevamo darlo per scontato in effetti), e a sbugiardare la rete è lo zoologo Karl Shuker, che nel suoblog ha rintracciato le foto originali e le ha messe a confronto con quelle del “leone nero”.
In effetti, casi di melanismo nei leoni, non sono mai stati accreditati come certi (addirittura Marco Polo ne menziona uno nei suoi scritti, ma secondo Shuker si tratta di una comune pantera), e i casi documentati sono di mosaicismo, ossia la presenza di mutazioni di pigmentazione a macchie, come quello di un piccolo nato allo zoo di Glasgow, che aveva una zampa e una macchia sul petto nere.




Video Avvistamento Ufo 19 Agosto 2012 sul vulcano Tungurahua-Ecuador



Ennesimo nel suo genere, ecco un nuovo interessante filmato proveniente dal sud America. L’autore è il copilota di piccolo aereo diretto a Roncador, in Brasile. L’avvistamento (risalente presumibilmente al 19 agosto 2012) si sarebbe verificato durante il sorvolo del vulcano Tungurahua in territorio ecuadoregno.

Le immagini, divulgate dagli occasionali testimoni, mostrano quelli che sembrano essere due differenti oggetti aventi caratteristiche non riconducibili ad alcun aeromobile conosciuto.

La notizia dell'evento è rimbalzata sui maggiori media nazionali ed internazionali grazie all’agenzia di stampa locale ECUAVISA che ha pubblicato per prima il video in questione.

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Video Avvistamento Ufo 4 Settembre 2012 a San Juan Rio, Messico



Uno straordinario avvistamento UFO di massa è avvenuto a San Juan Rio, in Messico.
Tantissimi automobilisti fermi sul ciglio della strada per osservare e filmare centinaia di sfere di luce che hanno fatto la loro comparsa sulla cittadina messicana.

L’avvistamento è avvenuto ieri 4 Settembre e il video che vi facciamo vedere è stato registrato da uno dei tanti testimoni che è riuscito a filmare le sfere di luce dall’autostrada 45 che collega Huichapan e San Juan Rio.

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Avvistamento Ufo 2 Settembre 2012 a Campbell River-Canada



Strane luci rosse sono state avvistate su Campbell River e una testimone sconcertata da ciò che ha visto è riuscita a registrae il fenomeno. Domenica sera (2 Settembre2012), Lindsay Shann stava tornando a casa dal suo viaggio in campeggio e mentre scaricava i bagagli dalla’auto, alzò gli occhi e vide alcune luci sconosciute. “E ‘stato del tutto bizzarro questo fenomeno,” dice Shann. 

Lei rapidamente afferrò la sua macchina fotografica e ha iniziato le riprese. Contò circa cinque oggetti luminosi non identificati che volavano nel cielo assumendo una formazione a trinagolo e in pochi secondi sono scomparse. Ha chiamato la vicina base militare in cerca di risposte. Sotto il video relativa alla testimonianza di Lindsay Shann andato in onda su CTV News nella cronaca.

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Robbie Williams compra un' Isola per dedicarsi alla passione per gli Ufo


La sua passione per gli Ufo e' nota ma ora Robbie Williams ha deciso di compiere il gran salto: comprare un'isola tutta per se' per dedicarsi indisturbato all'avvistamento delle forme di vita aliene. La scelta e' gia' stata fatta: l'isolotto si chiama White Rock Island, ha una superficie di oltre 5mila metri quadrati e sorge al largo della costa californiana. A riferirlo e' il Daily Star, tabloid sempre molto attento all'argomento. L'isola, famosa per la varieta' di uccelli esotici, appartiene al regista hollywoodiano Michael Caffrey, che finora l'ha utilizzata come set per girare film o spot pubblicitari.

Riuscirà la stella della musica pop ad avvistare qualche oggetto volante non identificato?

L'ex dei Take That, che ha in progetto di costruire un lussuoso resort, avrebbe offerto oltre 525mila euro e le trattative sono in corso. "Per Robbie e' una location da sogno e finalmente lui, Ayda la moglie, e il bambino non dovranno piu' fare il giro degli hotel dove sono sempre riconosciuti", ha spiegato un amico. Il cantante, che ha partecipato alla convention sugli Ufo in Nevada, sostiene di aver avvistato tre oggetti volanti.

Fran Drescher: Storia di Abduction


Fran Drescher, l'attrice americana diventata famosa negli anni novanta con il telefilm "La tata" ha dichiarato in tutta serietà a un giornalista dell'Huffingthon Post di essere stata addotta dagli extraterrestri. E non solo lei ma anche il suo ex marito, Peter Marc Jacobson, ha vissuto un'abduction ed è successo quando i due erano molto giovani e ancora non si conoscevano. Ha detto che le loro esperienze di abduction sono molto simili e hanno un parallelismo poichè sia lei che l'ex marito l'avrebbero vissute ai tempi delle medie e precisamente quando un giorno stavano viaggiando in auto per strada e alla guida c'erano i loro rispettivi padri. Qualche anno dopo racconta l'attrice: "Ci siamo incontrati e abbiamo scoperto di aver vissuto la stessa esperienza. E sono convinta che in qualche modo siamo stati programmati a incontrarci". Afferma anche che un impianto alieno avrebbe programmato alcune sue azioni, e che anche suo marito avrebbe un impianto. E tutti e due hanno una cicatrice uguale e nel medismo punto della mano. L'ex marito però è un pò scettico su un coinvolgimento extraterrestre nel loro passato e crede che la cicatrice dell'ex moglia sia stata causata da un piccolo e banale incidente domestico, come ad esempio una bruciatura con una tazza di acqua calda, ma lei non ne è assolutamente daccordo "Gli ho detto che è quello che gli extraterrestri gli hanno programmato a pensare. Abbiamo la medisima cicatrice nel medisimo punto della mano, e la realtà è che l'impianto si trova lì".

Incontri Ravvicinati: Bambina incontra Extraterrestri a Chirije in Ecuador


Incontri Ravvicinati: Bambina incontra Extraterrestri a Chirije in Ecuador


La segnalazione giunge dalla ricercatrice ufologa Veronica Tamariz che ringraziamo per averci segnalato questa storia interessante, degna di approfondimento. Veronica ha investigato un caso di Incontro Ravvicinato tra una bambina di 4 anni e l’equipaggio di un UFO.

Chirije è conosciuto come una zona importante per gli avvistamenti UFO in Ecuador e pur essendo un parco ecologico, ma anche un luogo in cui le prove sugli UFO e l’esistenza di extraterrestri, qui sono un dato di fatto, perchè la gente del posto è convinta ( e le prove archeologiche ci sono in abbondanza..) che in passato hanno avuto luogo “incontri”, ovvero Interazioni con essere provenienti dalle Stelle. In questa affascinante e bellissima località balneare si è creata una nuova forma di turismo, noto come UFO TURISMO o Avventura Ufologica. La combinazione di turismo archeologico e UFO insieme, lo rende più interessante, dal momento che entrambi hanno una connessione. Molti sono i programmi del luogo, ad esempio la sera venogno organizzate mini conferenze sugli UFO , e di notte si può godere di una avventura cosmica della pista di atterraggio a Puerta del Sol, per osservare il cielo in cerca di astronavi extraterrestri.

Come in passato a Chirije il 23 Agosto alle ore 18 è accaduto un fatto che la gente del posto, lo ricollega ad un prossimo Contatto con i Maestri delle Stelle. La figlia del Guardiano del villaggio che si chiama Nicole Carbo di quattro anni, ha visto atterrare un UFO di forma ovale sulla spiaggia di Chirije. La bambina ha notato che si poteva distinguere benissimo un essere ET che si trovava all’interno del veicolo spaziale e che questo l’ha salutata. L’essere era vestito con una tuta bianca e aveva tratti orientali, con occhi a mandorla, molto alto. Al saluto dell’essere alieno, la bambina ha risposto allo stesso modo salutandolo. La gente di Chirije parla spesso di visite da parte dei fratelli cosmici (qui la chimano Fratellanza Bianca) e le prove si possono trovare anche nei reperti archeologici del posto.

TESTO DI UNA GIOVANE ARTISTA (A.J.P)

BAND (SHINING ANGELS)

TITOLO: BELIVE MORE


TESTO: You believed in your dreams
But now you have no hope
Who told you so reduced?
Those who have turned off your smile oh friend?

Why your desires
Went swept away by the wind
Who convinced you to change?
Who tried to make you cry?
Those who have turned off your smile oh friend?

Believe more
In what you do
Believe more
In every dream you have
Believe more
In who you are
Add always more light at your happiness
Believe more

You believed in your dreams
So don't let nobody get you down
Make your fears fade
And make fade him too..
So now smile against the world,oh friend

RIT.

TRADUZIONE
Tu credevi nei tuoi sogni
Ma adesso non speri più
Chi ti ha permesso di ridurti così?
Chi ha spento il tuo sorriso amico/a mio/a?

Perchè hai lasciato che i tuoi desideri
Venissero spazzati via dal vento?
Chi ti ha convinta a cambiare?
Chi ha cercato di farti piangere?
Chi ha spento il tuo sorriso amico/a mio/a?

Credi di più
In ciò che fai
Credi di più
In ogni sogno che hai
Credi di più in ciò che sei
Dà sempre più luce alla tua felicità
Abbi fiducia..

Tu credevi nei tuoi sogni
Quindi non permettere a nessuno di buttarti giù
Fai sparire le tue paure
Fai sparire i rimpianti
Sorridi anche contro il mondo amico/a mio/a

RiT.

Conoscere il...Canto


Il canto è l'emissione, mediante la voce, di suoni ordinati per ritmo e altezza a formare una melodia.
Un gruppo di individui che cantino insieme (che in questo caso si dicono anche cantori), formano un coro.

Tipi di emissione [modifica]

La voce umana è il suono prodotto nella laringe dalla vibrazione delle corde vocali per effetto dell'aria espirata dai polmoni mediante occlusione della glottide. Il timbro vocale è influenzato principalmente dalle caratteristiche morfologiche delle corde vocali, ma anche dalle risonanze della trachea, della faringe, della bocca, e delle altre cavità (seni) facciali e craniali. Come sanno bene coloro che usano professionalmente la voce, il timbro vocale può essere artefatto; gli imitatori, ad esempio, studiano proprio sfruttando la duttilità dell'organo vocale.
A seconda del modo in cui la voce viene prodotta si possono distinguere diversi tipi di emissione: infatti tra la voce di petto e quella di falsetto esistono varie emissioni intermedie che sfruttano prevalentemente il registro di petto per i suoni gravi e quello di testa per le note acute.

Voce impostata [modifica]

Quello di "voce impostata" è un concetto storico-estetico sviluppatosi tra il Seicento e il Settecento per far fronte alle crescenti difficoltà tecniche richieste ai cantanti dai coevi repertori vocali. È impossibile dare una definizione univoca di quale sia una voce impostata e del corretto training fisico-artistico richiesto dall'impostazione.
Cantando con una voce impostata secondo i dettami classici (affermati in una lunga serie di trattati musicali) si acquisisce un controllo muscolare che consente di produrre suoni timbricamente più omogenei (detti "rotondi"), di controllare il volume e di cantare senza sottoporre le corde vocali ad uno sforzo eccessivo (cantare "sul fiato"), che in genere si determina a causa della pressione mal indirizzata del fiato (cantare "sforzando" o "spingendo").
L'impostazione classica vede la compresenza di tecnica del fiato, dell'emissione e dell'articolazione. I dettami di queste tecniche non possono essere disgiunti, non si può, per esempio, emettere un buon suono senza articolarlo o senza aver respirato in modo corretto.
La respirazione è in genere diaframmatica (ma illustri maestri di canto, anche viventi, consigliano di alternarla ad una respirazione costale e a volte ad una respirazione completa diaframmatico-costale). Dopo l'inspirazione, varie fasce muscolari, tra cui gli addominali inferiori e i muscoli pelvici, vanno tesi per creare il cosiddetto "sostegno", una sorta di "feedback" muscolare che permetta di dosare il fiato.
L'emissione avviene all'altezza della laringe, l'organo dentro il quale si situano le corde vocali. Essenziale per una buona emissione è che la laringe sia rilassata, "bassa", che le corde siano ben chiuse (evitando quella che in gergo è definita "emissione ariata" o "afona", dovuta principalmente all'astenia cordale) e che la "maschera", ossia l'insieme dei muscoli facciali, sia rilassata, permettendo al suono di risuonare all'interno delle cavità del corpo. È infatti questo il momento principale, dal punto di vista acustico, nella formazione del timbro della voce impostata.
La tecnica di articolazione varia a seconda delle caratteristiche fonetiche della lingua in cui si canta. Cantare una "e" tedesca o una "e" italiana presuppone diverse fogge muscolari all'altezza della maschera o, ancor prima, della laringe. Stesse differenze si trovano nella pronuncia delle consonanti e dei gruppi consonantici, per non parlare di alcune altezze in specifici registri la cui esecuzione viene, tradizionalmente, avvantaggiata da specifiche fogge facciali (i sovracuti vengono spesso intonati sorridendo, gli acuti di petto spesso richiedono un'iperestensione della mandibola). Da molti maestri l'insieme delle tecniche di emissione e articolazione consiste in un "appoggio superiore", o "appoggio alto" o "appoggio in maschera", utile soprattutto in alcuni repertori di agilità.
Non esiste trattazione che curi la potenza del suono. Spesso si collega la voce impostata con la voce sonora, se non stentorea, ma in realtà la potenza vocale è solo una conseguenza, non un fine dello studio vocale. I repertori tardo ottocenteschi e contemporanei richiedono molto spesso voci potenti che riescano ad "oltrepassare" l'orchestra, "proiettandosi" in sala, ma in sede di studio non esistono vere tecniche della proiezione.
Dal momento che "impostazione" è un termine tecnico legato ai diversi tipi di repertori ed estetiche, alla storia e alle differenti scuole vocali, la voce di falsetto, pressoché inutilizzata a partire dal secondo Ottocento e oggi quasi "demonizzata", trova posto nei trattati antichi, nei repertori classici e moderni e nelle trattazioni estetiche. Stesso discorso si può fare riguardo alla voce naturale, alle voci camuffate, ai registri di testa o di naso.

Voce di gola [modifica]

La voce di gola è il modo in cui si emette il suono quando si parla, affidando la variazione della tonalità alla maggiore o minore tensione delle corde vocali (maggiore o minore sforzo adduttivo delle aritenoidi). Durante il canto, la tensione delle corde vocali e la forte vibrazione che devono sostenere porta rapidamente all'affaticamento del cantante e a lesioni delle corde stesse (edemi, noduli ecc.).
Il suono della voce di gola è rigido e piatto, simile ad un grido: questa somiglianza è evidente soprattutto negli acuti e nei fortissimi. Il timbro cambia a seconda della potenza e dell'altezza.

Falsetto [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Falsetto.
Il falsetto è una tecnica vocale che coinvolge in minor modo la muscolatura, così permettendo di riprodurre un suono con uno sforzo minore rispetto alla voce piena e di conseguenza di raggiungere con più facilità le note acute. È per questo che, rispetto alla voce piena, il suono del falsetto risulterà più leggero e qualche volta fiatato (questo dipende molto spesso dalla massa cordale del soggetto e dallo studio della tecnica vocale). Durante l'emissione in falsetto il piano delle corde vocali è inclinato.

Registri [modifica]

Il registro delle voci maschili si situa un'ottava sotto quello delle voci femminili. Dalla più acuta alla più grave le voci sono così denominate:
Le voci dei bambini (maschi), prima della pubertà, sono chiamate voci bianche. È buona regola che i bambini prima della pubertà non cantino brani con estensione superiore a una ottava (in realtà, se ben educata, la voce di un bambino può sostenere un registro ben più ampio,senza alcuno stress eccessivo/lesione, ne sono un esempio vivente i grandi cori di voci bianche che tutt'oggi esistono -soprattutto nelle regioni centrali europee -vedi Tölzer Knabenchor-) ; Invece i ragazzi dai dodici ai sedici anni, o comunque nel periodo della muta vocale conseguente alla pubertà devono prestare molta attenzione a non sottoporre a stress eccessivi le corde vocali poiché potrebbero ledersi con danni permanenti. Nella musica lirica si identificano anche numerose sottocategorie, tra cui:
  • Soprano
    • s. drammatico
    • s. lirico spinto (o lirico-drammatico)
    • s. lirico
    • s. lirico leggero
    • s. leggero
    • s. drammatico d'agilità
    • s. wagneriano
    • s. soubrette
    • s. falcon
  • Mezzosoprano
    • ms. grave
    • ms. centrale
    • ms. acuto
  • Contralto
    • c. assoluto
    • mezzocontralto
  • Tenore
    • t. leggero
    • t. lirico leggero
    • t. drammatico
    • t. lirico
    • t. lirico spinto
  • Baritono
    • bar. drammatico
    • bar. cantabile o lirico
    • bar. leggero
  • Basso
Ad esse si aggiungono le voci maschili in falsetto:

Gli stili di canto [modifica]

Lo stile vocale è il particolare uso che della voce viene fatto dal cantante, utilizzando in maniera personale i diversi fattori in gioco (timbro, meccanismo di emissione, intensità, accenti, vibratomicrofonovocoder) e le numerose tecniche di canto, dotte o popolari, che possono includere:
  • Jodel o jodler - canto caratteristico del Tirolo con vocalizzi alternati tra falsetto e voce impostata.
  • Vocalese - stile vocale jazz che si basa sull'adattamento di testi di senso compiuto alla linea melodica originariamente strumentale.

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Taralli

Ingredienti:
INGREDIENTI PER L’IMPASTO:
500 GR DI FARINA 00
130 GR. DI ZUCCHERO
10 GR.DI AMMONIACA
100 GR. DI LATTE
130 GR. DI MARGARINA O STRUTTO
VANILLINA
INGREDIENTI PER LA GLASSA:
500 GR. DI ZUCCHERO
120 GR. DI ACQUA


Preparazione:
PREPARAZIONE PER L’IMPASTO: Inserire nel boccale latte e margarina 2 min.37° vel.3.unire tutti
gli altri ingredienti 3 min.vel.spiga.Dare la forma con  l’impasto e mettere in forno per 15 min. a 180°
PREPARAZIONE PER LA GLASSA:Inserire nel boccale gli ingredienti e cuocere per 20 min.100° vel.2
Togliendo il misurino.Tastare con il pollice e l’indice,quando lo zucchero fa il filo vuol dire che e’ pronto.Fare raffreddare per 6 min. a vel.6

Pesto Genovese


Ingredienti per condire 600 gr. di pasta


e
  • Basilico (Ocimum Basilicum) - 50 grammi di foglioline di basilico. Il Basilico, possibilmente giovane e fresco, deve essere quello che presenta i requisiti qualitativi e varietali previsti dal Disciplinare che regola il corretto uso della denominazione "basilico genovese", sia utilizzato direttamente, sia in alternativa quale componente di un semilavorato composto da basilico genovese, fresco o conservato, olio extravergine di oliva di produzione ligure o ottenuto in regioni italiane contigue.
  • Olio extravergine di oliva - ½ bicchiere. Deve essere di origine ligure o prodotto in regioni italiane contigue e deve corrispondere ai requisiti del regolamento 796/02/ CEE.
  • Formaggio grattugiato - 6 cucchiai da cucina di Parmigiano Reggiano o Grana Padano e 2 di Pecorino.. Devono appartenere alle tipologie DOP "Parmigiano Reggiano" o "Grana Padano" e alla tipologia "Pecorino" (romano, toscano, sardo o siciliano).
  • Aglio - 2 spicchi. Quello tradizionalmente utilizzato.
  • Pinoli - 1 cucchiaio da cucina. Ottenuti da Pinus pinea devono essere prodotti nell'area mediterranea.
  • Noci (facoltative, in sostituzione ai pinoli). Ottenute da "Juglans regia" devono essere di origine europea.
  • Sale grosso - qualche grano.


Preparazione del Pesto Genovese

  • Per fare il vero Pesto genovese occorrono un mortaio di marmo e un pestello in legno, tanta diligenza e pazienza.
  • La prima ricetta scritta del pesto che ci è giunta risale alla metà dell'800 e da allora, salvo sbrigative profanazioni nella tecnica d'esecuzione, non è cambiata. Per prima cosa bisogna lavare in acqua fredda il basilico, naturalmente genovese, e poi metterli ad asciugare su un canovaccio, nel frattempo nel mortaio si deve pestare uno spicchio ogni trenta foglie di basilico, la ritualità sta anche nelle dosi.
  • L'aglio deve essere dolce, non deve prevalere pur facendosi sentire nel sottofondo…insomma non può mancare! E non deve mancare neppure il sale grosso, aggiungetene qualche grano. A questo punto, ma non tutte insieme (sono merce preziosa non erbetta qualunque!), vanno aggiunte le foglioline di basilico e si inizia con un dolce movimento rotatorio e prolungato a pestarle nel mortaio.
  • Ricordatevi che gli oli essenziali del basilico sono conservati nelle venuzze delle sue foglie e che per ottenere il miglior gusto, bisogna non pestare gravemente ma ruotare leggermente il pestello in modo da stracciare, non tranciare, le profumate foglioline. Il suono del pestello di legno contro i bordi del mortaio accompagnerà il nostro lavoro.
  • Quando il basilico stilerà un liquido verde brillante sarà il momento di aggiungere i pinoli, una manciata. I pinoli che ammorbidiranno e amalgameranno la salsa, le regaleranno quel bouquet gentile che fa da contraltare all'aglio, sono un di più, il tocco d'artista. Quelli di qualità migliore sono nazionali e, naturalmente, sono più cari, ma in questa occasione vogliamo sfatare il mito della parsimonia dei genovesi e sceglieremo per il meglio, d'altronde i pinoli sono presenti in tutte le nostre ricette importanti.
  • E' giunto il momento dei formaggi: parmigiano reggiano e pecorino sardo, entrambi DOP, adeguatamente stagionati. Ed infine l'olio extravergine d'oliva, versato a goccia, naturalmente italiano dal sapore non particolarmente aggressivo, non particolarmente intenso, ideale per sposare tutti gli ingredienti senza sopraffarli.
Un'ultima raccomandazione:
la lavorazione deve avvenire a temperatura ambiente e deve terminare nel minor tempo possibile per evitare problemi di ossidazione. A questo punto il pesto è pronto e può essere utilizzato per condire le troffie, le trofiette, le trenette avvantaggiae, i mandilli de saea e può essere aggiunto per dare gusto al minestrone di verdure.
Oggi, nell'era della fretta, per fare il pesto si usa anche il frullatore, ma la migliore soluzione è sempre quella... "all'antica"!!!


La mia maniera preferita di gustare il Pesto. Di Mario Caramella

Pesto alla Genovese

Trenette al Pesto Genovese con patate e fagiolini (4 porzioni)

Ingredienti

  • 280 gm Trenette
  • 160 gm Pesto Genovese
  • 160 gm fagiolini freschi
  • 160 gm patate tagliate a cubetti
  • 20 gm pinoli
  • Grana Padano appena gratugiato
  • Olio Extravergine d’Oliva Riviera Ligure DOP


Metodo

  1. Tagliare le patate a brunoise e lavarle in acqua corrente
  2. Tagliare le punte dei fagiolini e eliminare i filamenti laterali e tagliarli a metà
  3. Preparare una pentola di acqua bollente e cuocere le trenette con I fagiolini e le patate fino a che la pasta è al dente. La verdure sarà cotta allo stesso tempo
  4. Preparare un bowl di ceramica caldo e grande abbastanza da contenere gli ingredienti e permettere di mescolarli senza difficoltà
  5. Mettere la metà del Pesto nel fondo del contenitore, aggiungere due cucchiaiate di acqua di cottura e mescolare. Fare lo stesso con l’altra metà della salsa e tenerla da parte
  6. Scolare la pasta, i fagiolini e le patate. Versare gli ingredienti nel contenitore di ceramica, aggiungere il resto del Pesto e mescolare, aggiungendo ancora un poco di formaggio
  7. Sistemare le Trenette in Quattro piatti o scodelle da pasta e decorare con pinoli e qualche goccia di olio d’oliva
Pigato d`Albenga è il vino che raccomando.
 

Come preparare e servire il Pesto nella maniera tradizionale

Pesto alla Genovese
Di Mario Caramella
Preparate il Pesto secondo la ricetta pubblicata eservitelo nella maniera tradizonale! Trofie e Trenette sono i tipi di pasta  the pasta usati in Liguria ma linguine o spaghetti al dente si accompagnano bene a questa salsa, come gli gnocchi di patate. Il Pesto come salsa per inzuppare il pane non è certamente la maniera tradizionale di servirlo. Come non lo è il mescolarlo ad altre salse. La maniera naturale per servire il pesto è con la pasta, nella cui acqua sono cotti anche fagiolini e patate a cubetti e a cottura avvenuti, scolati e mescolati al pesto, come un’insalata (lontano dai fornelli) in una zuppiera di ceramica. Una cucchiaiata di pesto sciolta nel minestrone (senza salsa di pomodoro) rende squisito il piatto.
Molti cuochi non italiani hanno la tendenza a usare questa salsa in preparazioni molto barocche e ho visto le più stupide preparazioni in giro per il mondo. Cose come il pesto su una pizza… Si può ben immaginare come esce il Pesto da un forno a 300/400 gradi.
Non cuocete il pesto!
Ho visto chef che mischiavano il Pesto con soia e wasabi e lo spalmavano su una quaglia arrosto su un letto di polenta mischiata a fichi secchi… Era un piatto di una cena celebrative di Far Niente, un vino californiano. Non voglio sembrare un purista bigotto ma c’è un limite alla creatività, ammesso che una cosa così si possa chiamare tale.
Nella mia ricetta qui sotto ho modificato alcune cose e ne ho eliminate altre. Per esempio io non tosto i pinoli e non offro una scelta tra noci e pinoli. Inoltre io preferisco un Parmigiano Reggiano o un Grana Padano giovani ed eliminare il Pecorino. Le ragioni di queste modifiche sono dettate certamente dai mie gusti personali ma anche e soprattutto perché è necessario offrire ai colleghi non Italiani (e noi che lavoriamo all’estero sappiamo quanto questo sia importante) una direzione chiara. Onestamente, mischiare due grandi formaggi come il Pecorino e il Parmigiano o il Grana Padano non è una buona maniera di esaltare le doti di entrambi.
Probabilmente questa ricetta provocherà qualche controversia però alla luce della mia esperienza è una ricetta che secondo me rispetta la tradizione e allo stesso tempo da direttive chiare e offre a chiunque, in qualunque parte del mondo, di preparare un grande e squisito pesto.
Pesto alla Genovese

Pesto Genovese. La ricetta di Mario Caramella, Presidente GVCI

Utensili essenziali

  • 1 mortaio di marmo
  • 1 pestello di legno


Ingredienti

  • 100 gm di foglioline di Basilico Genovese DOP fresco. Se ci sono problemi a importare il basilico genovese DOP che garantisce l’alta qualità del sapore, usare il basilico locale ma fare attenzione che non sia troppo pungente e decisamente non di quella varietà che sa di menta
  • 30 gm di pinoli ( I siciliani sono i migliori ma anche in California ce ne sono di grande qualità)
  • 60 gm Parmigiano Reggiano o Grana Padano stagionati, appena grattugiato
  • 2 spicchi d’aglio (di Vassalico – Imperia, se si trovano). Ideale è l’aglio di Vassalico in provincia d’Imperia ma se non si trova usare l’aglio locale. Fare attenzione che non sia o pre-pelato o fermentato altrimenti invece di un Pesto Genovese si avrà un keem chee coreano. Comprate l’aglio e pelatelo immediatamente prima di usarlo
  • 10 gm di sale grosso (Maldon)
  • 80 cc Olio Extra Vergine di Oliva Riviera Ligure DOP, famoso per la sua “dolcezza”


Metodo

  1. Lavare le foglie di basilica in acqua fredda e asciugatele con carta fa cucina senza stroppicciarle.
  2. Pestate nel mortaio le foglie di basilico, gli spicchi d’aglio e i pinoli, aggiungete il sale e il formaggio. Continuate a pestare facendo un movimento circolare con il pestello. Aggiungete l’olio extravergine di oliva un poco alla volta e continuate a pestare e mesc olare fino ad ottenere una crema soffice e fine. Il pesto non deve risultare oleoso e la quantità di olio deve essere bene amalgamata alla pasta ottenuta nel mortaio.
  3. La preparazione deve avvenire nel più breve tempo possibile per evitare l’ossidazione degli ingredienti.
  4. A questo punto avete ottenuto più o meno 300 gm di Pesto che sono più che sufficienti per condire 6 – 8 porzioni di Trenette.