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lunedì 1 ottobre 2012

Alanis Morissette - Thank You (Video)

5 esperimenti ;)


Ecco 5 esperimenti da ricreare facilmente in classe o a casa:
1. IL PALLONCINO SI GONFIA DA SOLO!
Riempite una bottiglietta con dell’aceto; prendete un palloncino sgonfio e mettete un pochino di bicarbonato di sodio. Fate aderire il “collo” del palloncino a quello della bottiglietta e tenetelo stretto: versando il contenuto del bicarbonato nell’aceto il palloncino incomincerà a gonfiarsi. Una vera magia! Inoltre, se qualche cosa si rovescia si può tranquillamente pulire perché non state usando nulla di nocivo!
2. IL VULCANO ESPLODE!
Come sopra, riempite mezza bottiglia (precedentemente tagliata) di aceto, un pochino di sapone liquido e del colorante da cucina rosso. Costruite con della carta velina o del Das il vulcano che sta intorno. Quando siete pronti aggiungete del bicarbonato di sodio e…il vulcano erutterà!
3. IL VORTICE!
Riempite una bacinella d’acqua e aggiungete del borotalco. Un bambino alla volta dovrà infilare il proprio dito nella bacinella d’acqua, dito precedentemente cosparso di sapone liquido. Lo strano vortice comparirà, come un vero tornado!
4. LONTANO IL PEPE!
Come il vortice, riempite una bacinella d’acqua ma questa volta cospargetela di pepe. Quando il bambino si avvicinerà con il dito cosparso di sapone liquido il pepe scapperà verso le pareti, strabiliante!
5.  IL RAZZO!
Una bottiglia di Cola da 2litri e 4 Mentos possono fare un effetto a dir poco esplosivo! Andate in un luogo aperto e sporcabile; posizionate la bottiglia aperta su un tavolo: prendete le  4 Mentos, mettetele nella bottiglia e schizzate via veloci. E’ incredibile l’effetto che si creerà!

cos'è la febbre

La comparsa della febbre nei bambini rappresenta un'evenienza frequente ed è uno dei più comuni sintomi che manifestano i bambini nei loro primi anni di vita.
Specie se la comparsa è improvvisa o la temperatura raggiunge livelli ritenuti elevati, la febbre rappresenta solitamente nei genitori un motivo di allarme e preoccupazione. 
Bisogna però tenere in considerazione un dato importante e cioè che la febbre è una risposta normale ad una infezione e che serve al bambino per difendersi meglio dalla malattia. 
Bisognerebbe evitare, ma non è facile farlo…, di arrivare a una vera e propria "fobia della febbre".
Iniziamo cercando di capire cos'è la febbre.
La febbre è un aumento della temperatura corporea superiore, indicativamente, ai 37°C se misurata per via cutanea (ascellare), o superiore ai 37,5°C se misurata per via rettale o orale.
Deve essere ben chiaro sempre il concetto che la febbre non è una malattia, è un sintomo; le sue cause vanno identificate ed affrontate nella maniera più appropriata.
La febbre è una difesa naturale del corpo che aiuta a distruggere i microbi.

Da cosa è provocata e come si verifica?
Le cause principali della febbre nei bambini sono le infezioni da virus e batteri. Questi si diffondono da un organismo all'altro tramite le vie respiratorie; è per questo motivo che gli episodi febbrili aumentano rapidamente nei bambini durante il primo anno di asilo dove vengono a contatto con molte altre sorgenti di microbi.
La presenza di microbi (virus e batteri) provoca la messa in atto di meccanismi di difesa da parte dell'organismo in cui vengono prodotti e attivati vari tipi di cellule. Alcune di queste cellule rilasciano delle particolari sostanze (le interleuchine) che agiscono su una parte del cervello (l'ipotalamo) dove è presente un centro che regola la temperatura del corpo, proprio come un termostato.
Queste sostanze agiscono sul centro termoregolatore facendogli aumentare la temperatura stabilita di qualche grado oltre il livello normale. Tutto ciò provoca i brividi, che servono a produrre calore, e il senso di freddo, causato dalla vasocostrizione cutanea (riduzione della quantità di sangue che scorre sotto la pelle) che riduce la perdita di calore. 
L'aumento di temperatura corporea per via di questo meccanismo di difesa impedisce alla maggior parte dei microbi di moltiplicarsi. Quando l'infezione comincia a guarire, il livello stabilito dal "termostato" si abbassa nuovamente e il copro reagisce con la sudorazione e la vasodilatazione (aumento del flusso del sangue appena sotto la pelle), che consente di disperdere una maggior quantità di calore e di abbassare la temperatura.

Deve sempre essere curata?
Gli esperti sostengono che la febbre non andrebbe trattata con rimedi farmacologici o fisici, ma lasciata agire.
Il sistema di regolazione della temperatura corporea impedirebbe che raggiunga livelli troppo elevati.
La febbre,quindi, dovrebbe deve essere lasciata agire affinché svolga il suo ruolo difensivo. 
E' certo che tutto questo è fattibile a parole ma mai quando ci si trova davanti al proprio bambino ammalato…

Come si misura la febbre?
Tra i metodi di misurazione della temperatura nei bambini, quelli rettale e orale sono i più precisi. 
La misurazione ascellare è accettabile, ma può dare dei risultati variabili perché misura la temperatura della pelle che è influenzata maggiormente dall'ambiente. 
Il metodo rettale è suggerito specialmente per i bambini nel primo anno di età.
  • · La misurazione rettale
Assicurarsi che il termometro sia adatto per questo tipo di misurazione. Pulirlo con alcool e scuoterlo in modo da abbassare la colonna di mercurio al di sotto dei 36°C. Il bambino può essere posizionato sulla schiena (supino) o a pancia in giù nel grembo. Se viene messo sulla schiena, tenere leggermente sollevate le gambe per facilitare la misurazione. Lubrificare la punta del termometro con vaselina e inserirla delicatamente nel retto per circa 2 cm nel neonato e 5 cm nel bambino grande.
Con una mano tenere fermo il bambino e con l'altra tenere il termometro, assicurandosi di non lasciarlo.
Il tempo necessario per la misurazione è di almeno 1 o 2 minuti.
  • · La misurazione orale
Questo metodo va bene per i bambini più grandi che sono in grado di non mordere il termometro.
Per fare una misurazione accurata, bisogna assicurarsi che il bambino non abbia ingerito bevande molto calde o fredde nella mezz'ora precedente e che sia rimasto tranquillo durante questo periodo.
Pulire con alcool un termometro adatto alla misurazione orale e abbassare il livello della colonna di mercurio, agitandolo. Appoggiare bene in fondo sotto la lingua, da un lato o dall'altro, la parte del termometro sensibile alla temperatura e far restare calmo e con la bocca chiusa il bambino per almeno tre minuti.
  • · La misurazione ascellare
Consigliato per i bambini più grandicelli. Dopo aver pulito il termometro con alcool ed averlo scosso per abbassare il livello di mercurio al di sotto dei 36°C, metterlo sotto l'ascella del bambino (a contatto con la pelle che deve essere asciutta) e fargli tenere il braccio contro il corpo per almeno 5 minuti.
  • · Altri metodi e strumenti di misurazione
Per quanto riguarda i termometri auricolari, sebbene siano precisi, per il loro costo ed il limitato impiego non sembrano rappresentare un particolare miglioramento rispetto ai metodi di misurazione tradizionali.
Le strisce reattive da mettere in fronte sono poco precise ed i livelli di temperatura sono da considerare quindi solo indicativi.

Quali rimedi per dare sollievo al bambino? · Rimedio 1
È importante far sì che il bambino beva più del solito per evitare la disidratazione. Qualsiasi bevanda va bene: acqua, succo, latte, ecc., ma non tè o caffè. Se il bambino ha poca voglia di bere, si può aggiungere lo zucchero o offrirgli assieme una cannuccia per divertimento. I segni più comuni della disidratazione sono la poca urina, la pelle secca (specie le labbra), le poche lacrime quando il bambino piange e, nei neonati, una fontanella infossata. 
· Rimedio 2
Non bisogna coprire il bambino in maniera eccessiva perché questo può far salire la temperatura oltre il livello stabilito dal "termostato" e contribuire ad aggravare il disagio. Quando il bambino ha i brividi lo si può coprire con una coperta leggera, ma appena questi scompaiono o sente caldo è meglio rimuoverla per consentire al corpo di disperdere il calore. 
· Rimedio 3
Non c'è motivo di forzarlo a mangiare se non ne ha voglia; lo si può tranquillamente alimentare con liquidi nutrienti come il brodo. 
· Rimedio 4
Non è detto che un bambino con la febbre si senta male; ci può essere un bambino con 39°C di febbre che ha voglia di giocare e uno con 37,5°C che non se la sente. Non è necessario che il bambino rimanga a letto; basta che non faccia sforzi fisici eccessivi perché questi lo rendono più debole, diminuendo l'energia che il corpo ha a disposizione per combattere l'infezione, oppure possono aumentare la temperatura corporea, creando fastidio. 
· Rimedi fisici per ridurre la temperatura
Le spugnature con acqua tiepida possono essere utili, ma solo quando gli antipiretici non hanno avuto effetto e, comunque, dopo almeno mezz'ora dalla somministrazione di un antipiretico. Le spugnature riducono la temperatura perché fanno disperdere calore per via dell'acqua che evapora dalla superficie corporea.
Se questa perdita di calore non viene preceduta dalla somministrazione di un antipiretico il livello di temperatura prestabilito dal termostato ipotalamico non viene modificato. L'organismo reagisce quindi con la messa in atto di meccanismi tendenti alla produzione di calore (brividi, vasocostrizione, ecc.) per raggiungere nuovamente la temperatura indicata. 
Tutto ciò contribuisce ad aggravare il disagio del bambino.
Per fare le spugnature, mettere il bambino in una vasca con poca acqua tiepida e, immergendo spesso la spugna, fargliela scorrere addosso per una ventina di minuti. Se al bambino vengono i brividi, bisogna aumentare leggermente la temperatura dell'acqua. È possibile fare le spugnature anche a letto se il bambino non ha voglia di alzarsi, basta riempire una bacinella di acqua tiepida e usare una spugna per bagnare leggermente la sua pelle. Altri trattamenti fisici non sono consigliati, perché, oltre ad avere solo un effetto temporaneo sulla temperatura corporea del bambino, possono dare fastidio e anche causare danni.
Uno di questi metodi, purtroppo ancora oggi ritenuto efficace da alcuni, è la spugnatura con l'alcool; i vapori dell'alcool possono essere inalati dal bambino e provocare seri danni.

Il trattamento farmacologico La presenza di febbre non è di per sé motivo per assumere farmaci, lo è, casomai, il senso di disagio che essa può provocare nel bambino. Indicazioni utili per l'impiego degli antipiretici (farmaci antifebbrili che riducono la febbre) sono:
  • una temperatura oltre i 39°C e con sintomi fastidiosi;
  • una febbre lieve ma con sintomi dolorosi come mal di testa o mialgia (dolori muscolari);
  • una temperatura oltre i 40,5°C.
Gli antipiretici abbassano il livello di temperatura stabilito dal termostato ipotalamico, causando la messa in atto di meccanismi appositi per disperdere calore e, di conseguenza, diminuire la temperatura.
Se il bambino vomita e non riesce a trattenere niente nello stomaco, si può somministrare l'antipiretico in forma di supposta. È consigliabile non svegliare un bambino che dorme per dargli l'antipiretico: il riposo aiuta il corpo a combattere l'infezione. Inoltre, bisogna ricordarsi che non è necessario che la temperatura diminuisca fino ad arrivare ad un livello afebbrile; basta che arrivi ad un punto in cui il bambino si senta di nuovo a proprio agio. Il paracetamolo è l'antipiretico di prima scelta, perché è efficace ed ha pochi effetti collaterali.
Nel caso sia necessario il trattamento farmacologico, occorre attenersi scrupolosamente al dosaggio consigliato.
Si ricorda che tutti i dosaggi e i suggerimenti per la somministrazione dei farmaci, anche i più comuni, deve sempre essere dato dal medico e che comunque è una buona regomla non somministrare mai farmaci senza prima aver consultato il pediatra.

Quando è opportuno chiamare il medico?
Poiché la febbre è un sintomo e non una malattia, bisogna valutare lo stato del bambino nel suo complesso per capire se è una situazione grave che richiede l'intervento di un medico.
Se un bambino con meno di sei mesi ha la febbre è indispensabile chiamare il dottore.

I sintomi che richiedono attenzione sono:
  • Difficoltà a respirare
  • Il collo irrigidito (non riesce a toccarsi il petto con il mento o a guardare in su)
  • Difficoltà nel risveglio
  • Dolore alle orecchi
  • Stato confusionale
  • Sopore
  • Convulsioni
...quindi, in caso di febbre...
  • Far bere il bambino abbondantemente (evitare caffè e tè).
  • Vestirlo leggermente. Coprirlo con una coperta leggera solo quando ha i brividi.
  • Non utilizzare gli antipiretici se il bambino non è infastidito dalla febbre.
  • Se occorre, dare da 10 a 15 mg/kg di paracetamolo e ripetere, se necessario, la somministrazione dopo 6 ore. Non continuare a somministrare gli antipiretici per più di 24 ore di seguito senza chiamare il dottore.
  • Le spugnature, consigliate per una temperatura sopra i 40°C che crea sconforto, richiedono acqua tiepida (non fredda) e vanno fatte dopo almeno mezz'ora dalla somministrazione di un antipiretico.
Rimane e verrà trattato presto un argimento strettamente legato alla febbre che fa paura se non lo si conosce bene ma che è importante saper trattare: le convulsioni. 

Dopo trauma cerebrale diventa un genio matematico


Nei cartoni animati e nei telefilm è un’idea usata spesso, ma nella realtà è un fatto raro e che molti giudicavano sostanzialmente impossibile. Eppure Jason Padgett, dopo un “colpo in testa” è ora diventato un genio matematico.
equazioni
Padgett era stato gravemente ferito in una brutale aggressione all’uscita da un locale, nel corso della quale tre rapinatori gli hanno causato danni cerebrali colpendolo ripetutamente a calci in testa.
Padgett però si è ripreso, ed ora “vede” dovunque complicate formule matematiche ed è in grado di disegnare a mano precisi grafici di funzione. Le analisi mediche hanno evidenziato che il cervello dell’uomo, per “compensare” il malfunzionamento delle aree danneggiate, fa lavorare maggiormente aree normalmente sottoutilizzate.
Quello di Padgett è uno dei pochissimi casi clinici in cui è confermata la relazione tra un trauma e l’acquisizione di nuove capacità

La telecamera che ti riconosce e ti cerca su Facebook


Privacy? Una cosa che appartiene sempre di più al passato, sembrerebbe. A dare un’altra picconata al sempre più fragile muro della riservatezza e dell’anonimato l’invenzione di un’azienda americana che ha realizzato un sistema di riconoscimento facciale che identifica le persone inquadrate dalla telecamera e le riconosce tramite il loro profilo Facebook.
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L’idea nasce per consentire agli utenti di usufruire dei buoni sconto che molti negozi offrono ai loro fan su Facebook, ma che molte persone si dimenticherebbero di sfruttare. Con il riconoscimento automatico viene effettuato il “check-in automatico” che permette di usufruire degli sconti.
Al momento, solo gli utenti che autorizzano l’applicazione di riconoscimento automatico ad usare i dati del loro profilo facebook possono essere riconosciuti, ma è sicuramente una dimostrazione della possibilità di elaborare e tracciare ogni informazione messa online.

Le automobili si parleranno l’una con l’altra? il test su larga scala negli USA


Le automobili presto potrebbero essere “in rete” e dialogare l’una con l’altra, per scambiarsi informazioni sulla posizione reciproca e sul traffico: in questo modo, secondo gli esperti, potrebbero essere ridotti dell’80% gli incidenti (almeno quelli in cui il guidatore non è sotto l’effetto di alcol o droghe).
comunicazione-veicoli
Il Dipartimento dei Trasporti USA e l’Università del Michigan hanno programmato un esperimento che si svolgerà ad Ann Arbor, nello stato del Michigan, che coinvolgerà circa 2.800 veicoli (si tratta del test di questo tipo che coinvolge più veicoli finora), per verificare se l’efficacia del sistema è confermata ed effettivamente ha un impatto positivo sulla sicurezza.
Ci vorranno molti mesi per elaborare i dati (quelli definitivi dovrebbero essere disponibili tra circa un anno) e successivamente il Dipartimento dei Trasporti potrebbe valutare se rendere il sistema obbligatorio.

Cambia nome in “Tyrannosaurus Rex”


Un ventitreenne del Nebraska ha ottenuto di cambiare il suo nome di battesimo, ed ora è registrato all’anagrafe come Tyrannosaurus Rex: più precisamente, il nome completo è Tyrannosaurus Rex Joseph Gold.
trex
La scelta di cambiare nome, dall’anonimo “Tyler” al certamente insolito “Tyrannosaurus Rex” è stato spiegato da Gold come una sorta di strategia di marketing: “Come imprenditore, la riconoscibilità del proprio nome è importante, ed indubbiamente il mio nuovo nome si imprime molto di più nella memoria”. Gold ha aggiunto sintetizzando “è un nome più figo”.


Donna mette in vendita la sua anima “poco usata” su eBay


Una donna di Albuquerque, nel New Mexico, ha messo all’asta qualcosa di decisamente insolito, che altri eviterebbero di vendere a qualunque prezzo: la sua anima.
La donna, Lori N., ha ammesso che la vendita è “un grido di disperazione”, dopo che la sua vita ha preso una piega tutt’altro che rosea dopo un incidente stradale che l’ha lasciata in coma per tre settimane, senza contare le diverse ferite e fratture da cui non si è mai completamente ripresa, e che la hanno costretta ad abbandonare il lavoro e ad accontentarsi di piccoli lavoretti. E da qui l’idea: se per colpa del suo corpo non riesce più a guadagnare, perché non provare con la sua anima?
anima-in-vendita_thumb[5]
Quel che offro è la possibilità di salvare la mia anima. Possono salvarla con la preghiera, o la conversione. Gli farò avere un certificato in cui sono dettagliati i ‘marchi’ bianchi e neri sulla mia anima”.
La vendita, chiaramente, non è andata a buon fine, ma se non altro ha avuto diversi contatti e molta visibilità, che forse è quel che interessava di più (coscientemente o no) a Lori.

Donna decide di nutrirsi solo di luce: muore di fame


Una cinquantenne svizzera è morta dopo essersi convinta di poter sopravvivere nutrendosi solo di luce. La donna era rimasta particolarmente  colpita dal film-documentario “Am Anfang war das Licht” (“In principio c’era la luce”), presentato nei cinema svizzeri nel 2010, che raccontava la storia di due uomini che avrebbero vissuto solo di luce e meditazione anziché di cibo, secondo la dottrina del breatharianismo.
luce
La donna ha applicato alla lettera quanto descritto nel film, smettendo di assumere cibo ed acqua. La situazione aveva preoccupato i figli della donna, che la avevano invitata ad abbandonare la “folle” filosofia e a riprendere a mangiare. La donna aveva garantito che avrebbe ripreso a nutrirsi, ma così non è stato, e dopo pochi giorni è morta di fame.
Non è la prima vittima di questa filosofia: ad esempio nel 1999 una donna è morta in Scozia esattamente nello stesso modo. “E’ un suicidio”, ha commentato uno specialista di disordini alimentari.
Ma gli esponenti del breatharianismo rifiutano l’accusa: “il problema è che la donna non è entrata nella giusta sintonia con le forze praniche”.