Il sistema di eco-localizzazione, tipico di quei volatili per intercettare le prede, potrà essere utilizzato anche dagli esseri umani non vedenti. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Plos-one
L’USO DEGLI ECHI COME I PIPISTRELLI – Lo studio pubblicato lo scorso 25 maggio sulla rivista Plos-one dimostra come gli uomini che hanno ascoltato l’eco, avevano l’area visiva primaria del loro cervello – nota come corteccia calcarina – più attiva. Quando i ricercatori hanno alternato suoni con echi a suoni senza echi, hanno rilevato che la corteccia calcarina dei ciechi ha risposto in base alla presenza di echi, mentre la corteccia uditiva, utilizzata per elaborare i suoni, non ha risposto o comunque di meno. I non vedenti mostrano spesso un’elaborazione del cervello riorganizzata rispetto ai vedenti.
SUONO E VISTA - Secondo il ricercatore Stephen Arnott del Rotman Research Institute diToronto e i suoi colleghi, lo studio è un primo passo nella comprensione di come il cervello elabora un’abilità che fonde apparentemente suono e vista. “Questa ricerca è interessante anche per studiare l’uso degli echi per i vedenti”, afferma Arnott.
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